Il Consiglio di Sicurezza deve fermare il bagno di sangue in Libia

22 Feb, 2011 | Press Releases

Non c’é Pace Senza Giustizia e il Partito Radicale, Transnazionale e Transpartito condannano la violenta repressione in Libia contro la popolazione civile che ha causato il ferimento e la morte di centinaia di persone. L’offensiva é stata condotta attraverso attacchi aerei, cecchini e spari contro i manifestanti.

La violenza scatenata contro cittadini che stavano esercitando il loro diritto fondamentale alla democrazia é un fatto senza precedenti, ingiustificato e inaccettabile.
Il Colonnello Gheddafi ha reso chiaro che non intende fermarsi, ma piuttosto continuare il bagno di sangue fino a che tutti gli oppositori al suo regime tirannico saranno annientati.
La situazione libica costituisce una chiara minaccia al mantenimento della pace e della sicurezza internazionali, e inoltre incoraggia quanti, attraverso l’uso della forza, della violenza e della paura, tentano di reprimere il desiderio di democrazia e diritti umani nella regione.

Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite deve riconoscere questa situazione e agire di conseguenza: assumere le proprie responsabilità, come previsto nel Capitolo VII della Carta delle Nazioni Unite e prendere i provvedimenti necessari per fermare questa minaccia e proteggere la popolazione libica.

La comunità internazionale dovrebbe fornire il suo totale supporto alle azioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite fornendo l’assistenza necessaria alle vittime in Libia. In particolare, i paesi limitrofi da entrambe le sponde del Mediterraneo dovrebbero cooperare per fornire tutte le misure necessarie per fermare il massacro di civili in Libia.

Determinati atti, come quelli cui stiamo assistendo in Libia, qualora commessi nell’ambito di un attacco diffuso e sistematico contro la popolazione civile possono essere considerati crimini contro l’umanità, e possono altresì rappresentare altre violazioni del diritto internazionale. La presente situazione necessita indagini immediate, da parte di un’istituzione imparziale anche al fine di preservare l’informazione sui crimini potenzialmente commessi ora e per mettere in guardia gli autori che la loro condotta inaccettabile non sarà priva di conseguenze. Qualora, come sospettiamo, tali indagini dovessero fornire prove evidenti che sono stati commessi crimini contro l’umanità, coloro che ne hanno la maggior responsabilità, ne dovranno rispondere di fronte ad un tribunale, sia esso la Corte Penale Internazionale o altro.

Il popolo libico non può aspettare: la comunità internazionale e il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite deve agire subito, prima che il Colonnello Gheddafi possa mantenere la sua promessa di “ultimo uomo, ultima donna, ultimo proiettile”. Lo si deve al popolo della Libia e dell’intera regione, il cui sogno tanto atteso di vivere in una società democratica in pieno rispetto per lo stato di diritto e i diritti umani, si realizzi finalmente. La comunità internazionale lo deve a loro, assicurando che le azioni di un solo tiranno non distruggano le speranze, i sogni e il futuro di un’intera regione.

Per maggiori informazioni, contattare Nicola Giovannini, ngiovannini@npwj.org – +32-2-548-3915.