Dichiarazione di 117 organizzazioni per i diritti umani sul Bisogno di Giustizia

Oggi, Non c’è Pace Senza Giustizia (NPSG) insieme ad altre 116 organizzazioni ha pubblicato la seguente dichiarazione per invitare il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ad approvare una risoluzione per segnalare la situazione in Siria alla Corte Penale Internazionale:

Noi, i gruppi della società civile sottoscritti, sollecitiamo i membri del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ad approvare un progetto di risoluzione, appoggiato da una vasta coalizione di paesi, che porterebbe la situazione in Siria sotto la giurisdizione della Corte Penale Internazionale (CPI).

Da più di tre anni all’interno di un conflitto che ha causato oltre 100 mila morti, secondo le Nazioni Unite, gravi crimini vengono commessi da entrambi le parti del conflitto con totale impunità e senza nessuna fine in vista.

Né le autorita siriane né i leader dei gruppi armati si sono preoccupati di prendere qualsiasi tipo di provvedimento significativo per garantire la responsabilità per violazioni di diritti umani passati e in corso. Il fallimento per non aver giudicato i responsabili per queste violazioni ha solamente aumentato le atrocità da entrambe le parti. In tale contesto, noi crediamo che la CPI sia l’istituzione maggiormente in grado di investigare efficientemente e di perseguire gli individui con la massima responsabilità per gravi crimini e di offrire un mezzo di giustizia per le vittime in Siria.

Anche l’ultimo resoconto, eseguito dalla Commissione d’Inchiesta Siriana delle Nazioni Unite, pubblicato il 5 marzo, ha trovato che tutte le parti coinvolte nel conflitto in Siria continuano a commettere gravi crimini sotto legge internazionale e ha ritenuto il Consiglio di Sicurezza incapace di prendere iniziative per porre fine a questo stato di impunità. La Commissione, che ha presentato più di sette resoconti da quando è stata istituita nell’agosto 2011, ha raccomandato il Consiglio di Sicurezza di dare alla CPI un mandato per investigare gli abusi in Siria.

Il bisogno di attribuzione delle responsabilità in Siria tramite la CPI è stato appoggiato da più di 60 paesi membri dell’ONU, rappresentativi di tutte le regioni del mondo e inclusi 10 degli attuali paesi membri del Consiglio di Sicurezza. Preghiamo tutte le nazioni del Consiglio di Sicurezza di prestare ascolto a questo appello di giustizia. Altri paesi dovrebbero sostenere pubblicamente il progetto di risoluzione e mettere in guardia Cina e Russia dall’usare il loro potere di veto per bloccare l’attribuzione delle responsabilità per violazioni commesse da entrambe le parti.

In quanto corte internazionale permanente con un mandato di indagare crimini di guerra e crimini contro l’umanità quando autorità nazionali sono incapaci o riluttanti di procedere corretamente, la CPI è stata creata per affrontare esattamente il tipo di situazione che esiste oggi in Siria. Nonostante il lavoro della CPI costituisca solamente una parte dello sforzo più ampio di attribuzione delle responsabilità necessario in Siria, è un passo fondamentale.

Invitiamo quindi i membri del Consiglio di Sicurezza ad agire urgentemente per riempire il vuoto di responsabilità in Siria. Il popolo siriano non può più sopportare ulteriori delusioni e ritardi.

 
Il progetto di NPSG sulla giustizia e sull’attribuzione della responsabilità
Il progetto di NPSG aspira a ridurre l’aspettativa di impunità e a contribuire alla costruzione di una cultura di attribuzione delle responsabilità. Il fine è supportare i cittadini nella loro richiesta di attribuzione delle responsabilità e giustizia per le violazioni commesse giornalmente negli ultimi tre anni e, allo stesso tempo, dotare giudici e avvocati degli strumenti necessari per soddisfare tale domanda. Il fulcro del progetto sono una serie di corsi di formazioni e attività di perorazione, condotte a Gaziantep, Turchia, vicino al confine siriano, con giudici, avvocati e società civile siriani, che possono riportare in Siria e nel loro lavoro, le loro competenze e, cosa più importante, la loro aspirazione di giustizia. L’obiettivo di lungo termine di questo progetto è quello di promuovere la democrazia e la tutela dei diritti umani incorporando la giustizia di transizione e responsabilità al processo decisionale sulla risoluzione dei conflitti e la stabilità, lo sviluppo e la pianificazione di ricostruzione in Siria. L’obiettivo strategico del progetto è quello di sostenere la società civile siriana a giocare un ruolo attivo in materia di giustizia di transizione e di responsabilità includendo sostegno e documentando le violazioni dei diritti umani, tra cui ricezione, raccolta, collazione, confronto, elaborazione e memorizzazione in modo sicuro delle informazioni, documentazione, materiali e analisi allo scopo di stabilire ciò che è accaduto e ricostruire i processi decisionali che hanno comportato violazioni del diritto internazionale umanitario e dei diritti umani in Siria dal marzo 2011.

Per ulteriori informazioni contattare Alison Smith all’indirizzo asmith@npwj.org o al numero +32-(0)2-548-3912 oppure Nicola Giovanniniall’indirizzo ngiovannini@npwj.org o +32-(0)2-548-3915.