Libia: NPSG e PRNTT accolgono la decisione della CPI sul caso Al-Senussi, che preannuncia nuove potenzialità per la giustizia e il rafforzamento della protezione dei diritti umani

Bruxelles-Roma-New York , 24 Luglio 2014

 
Oggi, la Camera d’Appello della Corte Penale Internazionale (CPI) ha deciso che il caso contro l’ex capo dell’intelligence del regime del Colonnello Gheddafi, Abdullah Al-Senussi, è inammissibile in accordo con il principio di complementarietà dello Statuto di Roma, trattato fondante della CPI. La sentenza di oggi conferma quella del 11 ottobre 2013 della Prima Camera Preliminare della CPI che aveva deciso l’inammissibilità del caso contro Al-Senussi in quanto era contemporaneamente sottoposto ad un procedimento nazionale condotto dalle autorità libiche competenti, abili e capaci di portare avanti le investigazioni ed il procedimento. Il 17 ottobre 2014 la difesa aveva proposto appello a questa decisione.
 
Dichiarazione di Alison Smith Consigliere Legale di Non c’è Pace Senza Giustizia:
 
“Non c’è Pace Senza Giustizia (NPSG) e il Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT), accolgono la decisione della Camera d’Appello della CPI di lasciare che il caso Al-Senussi sia tenuto in Libia. Questa decisione conferma che le autorità giudiziarie locali non solo sono volenterose ma sono anche capaci di portare a termine procedimenti per crimini di diritto internazionale commmessi sul proprio territorio dai propri cittadini. Questa sentenza è una risposta positiva alle aspirazioni libiche di vedere i presunti autori di crimini affrontare la giustizia nello stesso luogo dove i crimini sono stati commessi.
 
“Come una delle presunte menti responsabili degli attacchi brutali contro la popolazione civile in Libia, è necessario che Al-Senussi sia considerato responsabile attraverso un equo e giusto processo. Incitiamo le autorità giudiziarie libiche di assicurarsi che i procedimenti siano condotti con imparzialità ed una rigorosa aderenza al giusto processo ed alle sue garanzie fondamentali, secondo gli standard internazionali più elevati. È tempo che la Libia dia voce ai principi a sostegno della rivoluzione assicurando che questo processo abbia luogo in modo equo e celere.
 
“Come abbiamo sempre sostenuto, la comunità internazionale dovrebbe sostenere la Libia nel suo sforzo per stabilre una cultura di attribuzione della responsabilità tramite il potenziamento dell’assistenza tecnica alle autorità locali e alla società civile. Ciò include che il Ministro di Giustizia libico, che è responsabile per lo svolgimento dei processi, e meccanismi di monitoraggio come la Rete di Monitoraggio dei Processi libica, fondata nell’agosto 2013 con il sostegno di NPSG, che stà monitorando da vicino il processo di Al-Senussi a Tripoli. Questo tipo di supporto può avere un ruolo unico e significativo nel sostenere le riforme giudiziarie e potenziare l’equità, effettività e trasparenza del sistema giudiziario libico. C’è ancora bisogno che la CPI compia una seria e ben sviluppata campagna di sensibilizzazione in Libia per promuovere la comprensione di questa decisione e più generalmente del proprio ruolo, in particolare per quanto riguarda la decisione di ammissibilità del caso di Saif al-Islam Gheddafi.
 
“Perché la Libia raggiunga con successo la transizione ad uno stato democratico governato dallo stato di diritto, il governo libico deve prevedere delle ulteriori misure legislative per affrontare le importanti sfide del sistema giudiziario, sia passate che attuali, e rendere esecutive le riforme che assicurino un sistema giudiziario totalmente efficente e basato sui principi e gli standard internazionali. Il governo dovrebbe lavorare al fine di interrompere le detenzioni arbitrarie di massa, rendere esecutivi mezzi legislativi e legali per assicurare che i detenuti siano accusati di un crimine o rilasciati, salvaguardare i diritti fondamentali di ogni detenuto, incluso il diritto di esssere rappresentato da un avvocato, riformare la struttura giudiziaria e legale per consolidare i diritti del giusto processo e costruire urgentemente una polizia giudiziaria forte e responsabilizzata. Molta attenzione è stata posta sul caso Al-Senussi, ma non dobbiamo dimenticare che ci sono migliaia di altri detenuti che ancora attendono un processo; che questo caso funga da catalizzatore per il sostegno dell’intero sistema giudiziario.
 
“Dopo decenni di dittatura e illegalità, non vediamo l’ora che la Libia dimostri la sua abilità di abbandonare l’eredità di impunità e abusi che ha caratterizzato il governo di Muammar Gheddafi con un nuovo rispetto per lo stato di diritto e incontrare la promessa di giustizia e risarcimento per le vittime e le loro famiglie. Questo sarebbe un’importante segnale che la Libia si impegna a voltare pagina, muovendosi verso un futuro basato sul pieno rispetto dei diritti umani per tutti”
 
 
NPSG in Libia
NPSG lavora al processo di transizione in Libia dall'inizio del 2011 ed ha cominciato una serie di consultazioni sul campo all'inizio di ottobre dello stesso anno. Ha avviato una presenza permanente nel marzo 2012, lavorando per creare una rete di attori libici, al fine di coinvolgere diversi settori della società libica e nel processo di giustizia di transizione.Il lavoro che NPSG svolge in Libia combina l'apporto di informazioni sulla giustizia transitoria (collaborando sia con le istituzioni che con gli attori della società civile), comprese le tematiche di outreach e raccolta di documentazione, insieme alla ricerca ed analisi delle aspettative e percezioni del pubblico.
NPSG sta lavorando in collaborazione con varie organizzazioni della società civile libiche, le emergenti come le più consolidate, su tutto il territorio. NPSG mira ad aiutare e rinforzare la capacità degli attori libici incluse ONG, accademici, avvocati, media, autorità pubbliche e leader d’opinione ad avere il proprio ruolo nell’incorporare l’attribuzione delle responsabilità, i diritti umani e lo stato di diritto nella transizione democratica e la ricostruzione post-conflitto del loro paese. Dal punto di vista istituzionale NPSG stà lavorando con il Ministro di Giustizia e l’Alto Istituto di Formazione Giudiziario, nel fornire corsi di formazione e competenze a giudici e pubblici ministeri ai quali è stato affidato l’enorme compito di trattare i casi di coloro sospettati di aver commesso o diretto atrocità durante il conflitto e durante il precedente regime. NPSG ha anche stabilito un programma di monitoraggio dei processi, che è gestito in collaborazione con l’Ordine degli Avvocati di Tripoli che mira a promuovere la trasparenza e responsabilità nel sistema giudiziario libico..
 
 
Documentazione

 

- Per ulteriori informazioni, rivolgersi a Alison Smith all’indirizzo asmith@npwj.org oppure al +32(0)25483915.
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