ONG chiedono che il tema delle violazioni dei diritti umani sia affrontato nella prossima riunione ministeriale GCC-UE

18 Luglio 2016


 
In vista della 25esima riunione ministeriale dell’Unione Europea con il Consiglio di Cooperazione del Golfo  (EU-GCC) che si terrà a Bruxelles il 18 luglio 2016, noi, le organizzazioni firmatarie, chiediamo alla sig.ra Federica Mogherini, Alto rappresentante dell'Unione europea per gli affari esteri e la Politica di Sicurezza, così come ai ministri degli stati membri dell'UE, di sollevare una serie di questioni urgenti riguardanti i diritti umani con i rappresentanti dei paesi del GCC. In particolare, esortiamo l’Alto rappresentante Mogherini e i ministri dell’Unione a chiedere la fine della intensificata soppressione della sopcietà civile e opposizione politica da parte del Governo del Bahrein. Sollecitiamo inoltre i ministri a sollevare le loro preoccupazioni a seguito della decisione del Segretario generale delle Nazioni Unite di rimuovere la coalizione  guidata dai Sauditi che sta combattendo in Yemen, da un registro delle Nazioni Unite sulle violazioni dei diritti dei bambini, dopo che il regime ei suoi partner della coalizione hanno minacciato di tagliare i fondi cruciale.
 
Nelle ultime settimane, il governo del Bahrein ha intrapreso un'azione senza precedenti per sopprimere il dissenso pacifico, perseguitando attivisti, avvocati, giornalisti, difensori dei diritti umani, e le figure dell'opposizione con la detenzione arbitraria, divieti di viaggio ed esilio forzato. Le autorità hanno specificamente preso di mira il presidente del Centro del Bahrain per i diritti umani (BCHR), Nabeel Rajab, che è attualmente in carcere per accuse relative a delle sue espressioni utilizzate online, così come il capo del gruppo di opposizione, Al-Wefaq National Islamic Society, che è attualmente sospeso e di fronte all’inevitabile dissoluzione. Collettivamente, queste misure hanno lo scopo di mettere a tacere ogni forma di libera espressione indipendente nel Bahrain ed imporre ulteriori vincoli a quel poco che resta della società civile e dello spazio politico. Allo stesso tempo, le autorità del Bahrein hanno continuato a sfruttare un ampia legislazione anti-terrorismo e anti-criminalità informatica al fine di criminalizzare il dissenso cercando di presentare agli occhi dell’opinione pubblica il movimento pro-democrazia del Bahrain come una minaccia alla sicurezza. L'approccio del governo lavora ad approfondire le divisioni settarie e marginalizzare ulteriormente la maggioranza sciita popolazione del paese, mettendo a rischio la stabilità di tutta la regione del Golfo.
 
Il Governo dell'Arabia Saudita, nel frattempo, ha sostenuto queste tattiche controproducenti sia in Bahrain sia in casa propria, tutto mentre capeggiava un intervento nella guerra civile dello Yemen che ha lasciato migliaia di civili morti. Negli ultimi anni, l'Arabia Saudita ha dimostrato un palese disprezzo per le norme internazionali, rifiutando continuamente di riformare in maniera sostanziale quello che è diventato un sistema di giustizia penale interna sempre più repressivo. Come il Bahrain, le autorità saudite hanno recentemente intensificato i loro sforzi per reprimere ogni forma di dissenso, utilizzando l’altrettanto espanisva legislazione anti-terrorismo per imprigionare attivisti e smantellare le organizzazioni della società civile, come ad esempio l'Associazione saudita per i diritti civili e politici (ACPRA), i cui membri di fondazione sono stati tutti incarcerati. Questa tendenza è resa ancora più preoccupante dalla percentuale di pene capitali nel regno, con il governo già ad un passo dalle raddoppiare 158 esecuzioni totali dello scorso anno. Nonostante tutto questo, l'Arabia Saudita ha cercato di svolgere un ruolo importante nella comunità internazionale dei diritti umani - anche se ha minacciato di revocare i finanziamenti per importanti programmi umanitari dopo che l'Onu aveva collocato il regno in una 'lista nera' sulle violazioni dei diritti dei bambini a causa della sua indiscriminata campagna aerea in Yemen.
 
In modo tale da tener fede all'impegno dell'UE a "porre i diritti umani al centro delle sue relazioni con tutti i paesi terzi, compresi i suoi partner strategici" (Quadro strategico per i diritti umani e la democrazia dell'UE), l’Alto rappresentante Mogherini e i ministri dell’UE devono esplicitamente chiedere alle loro controparti del Consiglio di Cooperazione del Golfo che la valutazione della situazione dei diritti umani nei due stati sia il primo punto all'ordine del giorno.
 
Dopo che il Parlamento europeo ha chiaramente richiesto la liberazione dei difensori dei diritti umani e leader dell'opposizione politica in Bahrain nella  risoluzione del 7 luglio 2016 , l'UE ha adottato una risoluzione condannando l'imminente esecuzione del Sign. al-Nimr, e il Servizio Europeo per l'Azione Esterna ha sollevato pubblicamente la sua preoccupazione per la recente escalation di repressione in Bahrain; l’ Alto Rappresentante Mogherini ei ministri UE devono mettere in chiaro che la buona cooperazione tra l'UE e il GCC dipende dal rispetto dei diritti umani da parte dei loro Stati membri. Le nostre organizzazioni si aspettano che il silenzio sulle violazioni dei diritti umani negli Stati membri dei blocchi regionali smetterà di essere la regola nelle riunioni tra Unione Europea e Consiglio di Cooperazione del Golfo. L'UE-GCC deve diventare un forum in cui vengono affrontate tutte le questioni importanti per il futuro delle relazioni, il che significa che dovrebbe consentire la discussione esplicita e franca della situazione dei diritti umani nell’ UE e negli Stati membri del GCC. I ministri devono accordarsi su una chiara serie di impegni per porre fine alle magiori violazioni dei diritti umani oppure  l'UE-GCC diventerà un forum in cui i governi decidono contro gli interessi ei diritti dei loro popoli.
 
 
Firmatari

  • Americans for Democracy & Human Rights in Bahrain (ADHRB)
  • Bahrain Institute for Rights & Democracy (BIRD)
  • Center for Inquiry
  • CIVICUS
  • English PEN
  • European – Bahraini Organisation for Human Rights (EBOHR)
  • European Centre for Democracy & Human Rights (ECDHR)
  • European Saudi Organisation for Human Rights (ESOHR)
  • Gulf Centre for Human Rights (GCHR)
  • International Federation for Human Rights (FIDH)
  • International Humanists and Ethical Union
  • Justice Human Rights Organization (JHRO)
  • Khiam Rehabilitation Center for Victims of Torture
  • Lawyers’ Rights Watch Canada
  • Maharat Foundation
  • No Peace Without Justice
  • Reprieve