Bahrein: NPSG condanna con forza il processo farsa e la pena detentiva contro Nabeel Rajab

11 Lug, 2017 | Comunicati Stampa

Bruxelles – Roma, 11 luglio 2017

Ieri, la Corte del Bahrain ha condannato Nabeel Rajab, notorio attivista per i diritti umani,  a due anni di reclusione dopo averlo ritenuto colpevole “per aver disseminato false notizie, dichiarazioni e voci sulla situazione interna al regno che potrebbero mettere a repentaglio il suo prestigio e status”.
Considerato che attualmente Rajab è ricoverato, la sentenza è stata emanata in sua assenza, con i suoi avvocati che si sono ritirati dal caso dopo che la Corte aveva rifiutato di posticipare l’udienza a causa delle sue condizioni di salute. Rajab, fin dall’inizio della sua detenzione, è sempre stato mantenuto in isolamento  e , da quanto riportato, in condizioni davvero pessime.  Inoltre, sta anche affrontando altre accuse in un giudizio separato, riguardanti Tweets con accuse di tortura in Bahrain a sulla crisi nello Yemen, per le quali potrebbe essere condannato fino a 15 anni di reclusione.

Dichiarazione di Niccolò Figà-Talamanca, Segretario Generale di Non c’è Pace senza Giustizia:

“Non c’è Pace Senza Giustizia (NPSG) condanna con forza la decisione della Sezione Penale del  Tribunale di primo grado del Bahrein per aver condannato Nabeel Rajab, in contumacia, a due anni di reclusione per le interviste che ha condotto tra il 2015 e 2016. Esprimiamo la nostra immutata solidarietà e supporto per Rajab, che ha ininterrottamente portato avanti proteste pacifiche e combattuto per un sistema politico in Bahrain che sia giusto e democratico.

“La scioccante decisione di ieri non è altro che un altro esempio dell’implacabile determinazione delle autorità del Bahrain a criminalizzare la libertà di parola e silenzio e a soffocare ogni pacifico dissenso attraverso un abuso di processi e, infine, usando impropriamente il potere giudiziale e dei poteri della polizia. Gli atti allegati alle accuse contro Rajab non solo non sono riconducibili a alcun illecito penale secondo il diritto internazionale dei diritti umani, ma sono anche una minaccia al pacifico godimento della libertà di espressione, diritto protetto a livello internazionale, e, più in generale, alla promozione e la protezione dei diritti umani.

“Esortiamo la comunità internazionale a condannare senza mezzi termini questo duro colpo alla libertà di espressione nel Bahrain e di prendere misure concrete e immediate per assicurare che il regime si conformi alle sue obbligazioni derivanti dal diritto internazionale dei diritti umani. In primis, questo significa fare in modo che siano immediatamente e incondizionatamente rilasciati Rajab e gli altri difensori dei diritti umani e prigionieri di coscienza, il cui unico “crimine” è supportare apertamente e pacificamente una serie di riforme democratiche e significative e il rispetto dei diritti umani in Bahrain”.