Dichiarazione di Sergio Stanzani, Presidente del Partito Radicale nonviolento, transpartito e di Non c’è Pace Senza Giustizia, e Niccolò Figa-Talamanca, Segretario Generale di Non c’è Pace Senza Giustizia:
Non c’è Pace Senza Giustizia (NPSG) e il Partito Radicale Nonviolento accolgono con soddisfazione l’adozione oggi dal Parlamento europeo della risoluzione sull’Afghanistan come una manifestazione importante dell’impegno dell’Europa per il rispetto dei diritti umani delle donne in Afghanistan.
La risoluzione comune sui diritti delle donne in Afghanistan, adottata oggi a larga maggioranza e con il sostegno di tutti i gruppi politici del Parlamento europeo fa eco all’appello, recentemente promosso da NPSG e dal Partito Radicale, che chiede il ritiro della legge sul diritto di famiglia per la comunità sciita, che è stata recentemente approvata dalle due camere dal Parlamento afghano e firmata dal presidente Hamid Karzai. La risoluzione condanna con forza gli atti di violenza perpetrati contro gli attivisti che lavorano per promuovere i diritti umani e l’emancipazione delle donne afgane, richiamando in particolare il recente assassinio della deputata regionale Sitara Achikzai.
Ci felicitiamo con il Parlamento europeo per essersi unito al coro di critiche, dentro e fuori l’Afghanistan, contro una legge che legitima molteplici forme di discriminazione contro le donne e palesemente viola il principio della parità tra uomini e donne, come previsto nella Costituzione afgana e negli accordi internazionali in materia di diritti umani e delle libertà fondamentali di cui l’Afghanistan è parte.
Come affermato nella risoluzione del PE, crediamo fermamente che la parità di genere e i diritti delle donne sono indispensabili per lo sviluppo democratico in Afghanistan e chiediamo che le autorità afgane prendano tutte le misure possibili e appropriate per proteggere le donne contro la violenza sessuale e le altre forme di violenza legata al genere e di portare i colpevoli di tali dinnanzi alla giustizia.
Esortiamo la Commissione, il Consiglio e gli Stati membri a continuare a mantenere la pressione sulla legge sul diritto di famiglia per la comunità sciita nonchè su ogni altro tentativo di legalizzare discriminazioni contro le donne e i bambini afghani che fanno di loro cittadini di seconda classe. L’impegno a lungo termine compiuto dalla comunità internazionale per aiutare l’Afghanistan nel suo sforzo di ricostruzione non puo’ portare al ritorno di pratiche liberticide e discriminatorie che esistevano sotto la dittatura talebana.
Nonostante l’impegno del Presidente Karzai a rivedere la legge, restiamo preoccupati per il fatto che in questo momento resta parte del diritto in Afghanistan. Continueremo, tramite il nostro appello internazionale che ha già raccolto centinaia di firme, a far presente alle autorità afgane che il mondo manterrà la sua vigilanza e che non potremmo mai accettare di negoziare una tregua politica in Afghanistan sacrificando i diritti fondamentali delle donne. L’appello è disponibile sul sito: http://www.npwj.org/
Per ulteriori informazioni, contattare Nicola Giovannini su ngiovannini@npwj.org +32-2-548-3913 org. Controllare anche. Www.npwj.org