Signor Presidente, loro Eccellenze, onorevoli Delegati, Signore e Signori,
È un onore per me rivolgermi a questa assemblea a nome di Non c’è Pace Senza Giustizia durante la celebrazione dei primi dieci anni di esistenza della Corte Penale Internazionale. Siamo soddisfatti dalla continua importanza data alle decisioni già prese alla Prima Conferenza di Revisione, soprattutto in relazione ai differenti temi in agenda rivisti a Kampala. Vorremmo che lo Spirito di Kampala possa continuare a guidare quest’assemblea poiché durante questa sessione essa prenderà decisioni importantissime, in particolare riguardo l’attinenza e l’impatto della Corte sui paesi in cui vi sono indagini o procedimenti in corso, sulle vittime e sulle comunità colpite.
Colgo quest’occasione per rivolgervi quelle che noi crediamo essere le tre aree di vitale importanza nel rafforzamento dell’attinenza e dell’impatto della Corte, così come nella sua efficacia ed efficienza e nel ruolo che l’Assemblea ed i singoli stati parte devono avere a questo riguardo. Esse sono: la sensibilizzazione, la presenza sul campo della corte e una strategia di completamento dell’operato della CPI.
In primo luogo, la sensibilizzazione. Signora Presidente, sin dalla fondazione della Corte , Non c’è Pace Senza Giustizia si è impegnata nel corso degli anni a trovare molti alleati in quest’assemblea affinché la corte sviluppi ed implementi una vigorosa strategia di sensibilizzazione per e in ognuno delle situazioni aperte.Questa assemblea ha ripetutamente sostenuto come la sensibilizzazione sia un elemento cruciale per il successo dell CPI nell’adempiere alla sua missione di portare giustizia contro i peggiori crimini noti al mondo. Questa assemblea ha inoltre ripetutamente sostenuto come la sensibilizzazione debba incominciare al più presto possibile, preferibilmente nel momento in cui la corte inizi l’esamina preliminare della situazione, al fine di risvegliare la comunità e attirarne il sostegno e la cooperazione con la corte in ogni suo ambito, dall’indagine iniziale fino alla conclusione di tutte le procedure d’appello.
Non c’è Pace Senza Giustizia ha recentemente portato a termine un’indagine sull’impatto ed il lascito della Corte Speciale per la Sierra Leone dal punto di vista della gente in Sierra Leone e Liberia, su richiesta della Corte stessa ed in collaborazione con i nostri partner di entrambi i paesi. Diverse copie del rapporto sono disponibili qui all’assemblea. Complessivamente, i risultati sono stati decisamente positivi in una vasta gamma di ambiti, tra cui l’impatto della Corte Speciale sulla Pace, sullo stato di diritto, sulla riparazione dei torti e sui processi e le condanne. In generale, la percezione in Sierra Leone è stata più positiva che in Liberia e più persone hanno sentito parlare della Corte Speciale in Sierra Leone che in Liberia. Ciò è dovuto a due elementi: innanzitutto il fatto che la corte risieda in Sierra Leone e non in Liberia. Secondariamente, la sensibilizzazione è iniziata molto prima in Sierra Leone che in Liberia ed è stata quindi in grado di avere una più ampia portata – in parte dovuta anche alla creazione di uffici di sensibilizzazione locali in ogni distretto della Sierra Leone sin dalle primissime fasi.
La sensibilizzazione della Corte Speciale non è stata però esente da difficoltà, in particolare riguardo al suo finanziamento: ciò gli ha parzialmente impedito di aprire un dialogo generale ed ampio tanto quanto la Corte Speciale e la gente della Sierra Leone e Libera avrebbero voluto. Ciononostante, Signora Presidente, non ci sono dubbi sul fatto che ci sia una diretta correlazione tra sensibilizzazione, attività della Corte Speciale e contributo positivo che è stato dato alla pace ed alla giustizia. Non ci sono dubbi nemmeno sul fatto che la sensibilizzazione abbia contribuito alla efficacia e l’efficienza della Corte Speciale nella sua totalità, dall’indagine fino agli appelli. E non ci sono dubbi che, senza la sensibilizzazione, la Corte Speciale non sarebbe riuscita a completare il suo mandato con la risoluzione dell’appello di Taylor, avvenuta dopo solo dieci anni dall’inizio del suo operato.
Signora Presidente, Non c’è Pace Senza Giustizia lavora in numerose situazioni di conflitto e post-conflitto da più di dieci anni. Abbiamo attualmente una équipe al lavoro in Libia fin da prima della conclusione del conflitto. Poco più di un anno fa, quando iniziammo il nostro lavoro laggiù, la percezione della Corte Penale Internazionale era in gran parte positiva. Oggi però la percezione della gente è cambiata e sta diventando sempre più difficile perfino parlarne. Sebbene la mancanza di sensibilizzazione non ne sia l’unico elemento, ciò indica la differenza che la sensibilizzazione può fare nella capacità della corte di portare avanti il suo operato e completare così il suo mandato.
Non c’è Pace Senza Giustizia fa appello alla CPI ed ai suoi stati parte affinché mettano in pratica le lezioni apprese sulla Corte Speciale per la Sierra Leone riguardo tre aspetti. Primo, che si applichi un’immediata e prolungata sensibilizzazione. Secondo, che risorse finanziare ed umane sufficienti a tale sensibilizzazione siano rese disponibili attraverso il budget regolare. Terzo, che la sensibilizzazione sia condotta con registrazioni in collaborazione con altri organi della Corte in modo che tutte le voci di tutte le parti della Corte possano raggiungere la gente e che la voce della gente possa essere sentita da tutti gli organi della Corte. Facciamo inoltre particolarmente appello agli stati parte affinché conservino in maniera convinta il loro supporto per un’imemdiata e prolungata sensibilizzazione sia nella risoluzione generale che nel budget.
In secondo luogo, la presenza sul campo. Non c’è Pace Senza Giustizia ha fatto ripetutamente appello agli Stati Parte a supportare il miglioramento ed il rafforzamento della presenza sul campo della CPI, importante per tutte le funzioni della Corte, dalla sensibilizzazione alle indagini ed i processi. Siamo soddisfatti che ciò sia diventata un’importante questione politica e facciamo appello agli Stati Parte affinché continuino il loro impegno con la Corte nelle discussioni sulla centralità delle sue sedi distaccate nell’implementazione del mandato della Corte e la supportino nei suoi continui sforzi.
Signora Presidente, ci rendiamo senz’altro conto delle sfide che si associano allo stabilimento e mantenimento di una solida presenza sul campo in stati in conflitto: i primi giorni sono particolarmente difficili poiché i conflitti sono ambienti politicamente e operativamente complicati. Ciononostante, la CPI è un’istituzione creata precisamente per affrontare le situazioni conflittuali e post-conflittuali e quindi può e deve trovare dei modi per lavorare in questi ambienti, così come altri moltissimi organismi internazionali fanno. A tal fine, è necessario averne un’immagine come ente al servizio della gente colpita dal conflitto e dai crimini sotto la sua giurisdizione; un’immagine che gli Stati Parte devono condividere e dimostrare alla Corte attraverso la loro assistenza politica. La prima regola dell’impatto è essere presenti: se non si è presenti, non si è rilevanti.
Non c’è Pace Senza Giustizia fa quindi appello a questa Assemblea affinché conservi il suo sostegno positivo alla CPI nel miglioramento delle sue operazioni sul campo, sia nella risoluzione generale che nelle deliberazioni sul budget.
In terzo luogo, la strategia di completamento della CPI. Signora Presidente, la corte è una istituzione permanente, designata per stagliarsi come monito agli stati a onorare il proprio dovere ad indagare e, se necessario, perseguire i crimini previsti dal diritto internazionale. Ad ogni modo, dal punto di vista di ogni sua situazione, l’impegno della Corte è transitorio, non permanente: esso inizia con un esame preliminare, poi procede tramite l’indagine ed il procedimento giudiziario e si conclude con l’appello. Deve adempiere al suo mandato e, una volta conclusosi, deve andarsene. Con la speranza che, trattandosi di un lavoro ben fatto, non debba mai più far ritorno.
Stando così le cose, la Corte, così come i tribunali ad hoc e la corte Speciale per la Sierra Leone, necessita in ogni situazione di una strategia di completamento, in modo da poter determinare dove inizi il lavoro, di cosa necessiti in ogni situazione per completare il suo mandato e quindi, mettersi nella posizione di poter considerare il suo lavoro concluso e la sua missione compiuta. Una strategia di completamento esaustiva ha bisogno di basarsi su un’idea chiara di cosa si miri ad ottenere, e come il sistema della corte, compresa la complementarità, possa aiutare ciascun paese nella sua transizione dal conflitto al post-conflitto, dalla dittatura alla democrazia e da periodi di instabilità politica e violenza alla pace.
Ecco perché la Corte Penale Internazionale dovrà considerare la stessa gamma di quesiti attualmente presi in considerazione dai tribunali ad hoc nelle loro strategie di completamento, incluse la gestione dei registri e delal giurisprudenza, le funzioni residuali, la sensibilizzazione e le questioni di lascito fisico. In molti modi ciò potrebbe essere più semplice per la Corte poiché potrebbe lei stessa eseguire molte delle sue funzioni residuali. Ciònondimeno, poiché la Corte sta portando a compimento i suoi primi processi, una strategia esaustiva di compimento delle situazioni è sempre più urgentemente necessaria, non solo per chiudere le situazioni esistenti, ma anche con la speranza di iniziarne di nuove, con una visione ed uno schema di come dovrebbero concludersi i giochi.
Signora Presidente, Non c’è Pace Senza Giustizia fa appello agli Stati Parte a considerare una strategia di completamento delle situazioni come un elemento cruciale nel miglioramento dell’efficacia, dell’efficienza e della capacità della Corte a portare a termine il suo mandato. A tal fine, invitiamo tutti gli Stati Parte a partecipare il 17 novembre all’evento parallelo che stiamo sponsorizzando assieme alla delegazione del Regno Unito sullo sviluppo di una strategia di completamento, in consultazione con le Parti interessate quest’anno nella risoluzione generale.
Signora Presidente, in quest’anno memorabile, vorremmo ringraziare tutti coloro che hanno contribuito a condurci là dove siamo quest’oggi, compresi gli Stati, la società civile, il primo cancelliere nonché il suo successore della CPI, il Procuratore, il Presidente e tanti altri che ci hanno aiutato in maniera grande o piccola nel continuo sviluppo della Corte Penale Internazionale nella sua missione di porre fine all’impunità e di fornire giustizia e riparazione ai torti. Confidiamo per i prossimi dieci anni il suo continuo sviluppo e miglioramento, a partire da questa undicesima sessione dell’Assemblea degli Stati Parte.
Vi ringrazio
NPSG e la CPI
Non c’è Pace Senza Giustizia, membro fondatore dell’ONG Coalition for the International Crimincal Court (CICC) [Coalizione per la Corte Penale Internazionale], è stata una delle organizzazioni in prima linea nella promozione della creazione e l’entrata in vigore della Corte Penale Internazionale. Ha partecipato ad ogni sessione dell’Assemblea degli Stati Parte fin dalla sua prima sessione nel 2002, anno in cui la Corte Penale Internazionale è stata fondata e tuttora continua a lavorare per la ratifica universale del suo Statuto.
Per Ulteriori informazioni, contattare Alison Smith all’indirizzo email asmith@npwj.org o al numero +32 2 548 3912 oppure Nicola Giovannini all’indirizzo email ngiovannini@npwj.org o al numero +32 2 548 3915