Bruxelles-Roma, 12 giugno 2020
Non c’è Pace Senza Giustizia respinge fermamente le recenti azioni del governo statunitense nell’imporre sanzioni alla Corte Penale Internazionale. Siamo solidali con la CPI, i suoi funzionari, il suo personale e i loro familiari nel loro continuo lavoro per la giustizia e il risarcimento delle vittime dei peggiori crimini conosciuti dall’umanità.
Queste ultime azioni rappresentano un’escalation in quello che era già un attacco senza precedenti contro un’istituzione impegnata a sostenere lo stato di diritto, con restrizioni dei visti imposte l’anno scorso e membri del personale della CPI citati per nome come “obiettivi” all’inizio di quest’anno. Il congelamento dei beni e la revoca dei visti per immigrati e non immigrati ai membri del personale e alle loro famiglie, soprattutto senza alcun tipo di preavviso, come autorizzato dall’Ordine esecutivo, per presunte “trasgressioni” è semplicemente inaccettabile.
Una cosa è che gli Stati Uniti non vogliano entrare a far parte della CPI o cooperare con essa nelle indagini e nei procedimenti giudiziari con cui non sono d’accordo; questa è la loro decisione, per quanto deplorevole. Un’altra cosa, invece, è imporre sanzioni drastiche contro le persone per la loro mera associazione con la CPI, o con qualcuno che lavora presso la CPI. Ciò sembrerebbe violare i diritti umani fondamentali e i requisiti del giusto processo sanciti dalla stessa legge statunitense. Continuiamo a credere che queste azioni da parte di funzionari statunitensi costituiscano un reato contro l’amministrazione della giustizia ai sensi dell’articolo 70 dello Statuto di Roma, in particolare “ritorsioni contro un funzionario della Corte a causa delle funzioni svolte da questo o da un altro funzionario”, che può e deve essere indagato e processato davanti alla CPI.
Gli Stati parte dello Statuto di Roma della Corte Penale Internazionale devono alzare la voce a sostegno della Corte e a sostegno delle vittime per conto delle quali la Corte opera e utilizzare tutti i mezzi diplomatici necessari per incoraggiare gli Stati Uniti a revocare questo spaventoso ordine e a ridurre i loro attacchi. Incoraggiamo i Ministri degli Esteri degli Stati membri dell’Unione Europea a dare priorità a questa questione durante la loro video discussione di lunedì e a sviluppare una risposta rapida e coordinata che estenda inequivocabilmente il loro sostegno alla CPI, ai suoi funzionari e al suo personale e ai loro familiari nel momento in cui è più necessario.
Per maggiori informazioni, contattare Alison Smith, Direttore del Programma sulla Giustizia Internazionale (asmith@npwj.org) oppure Nicola Giovannini, Press & Public Affairs Coordinator (ngiovannini@npwj.org org).