La Giornata Internazionale di Commemorazione e Dignità delle Vittime del Crimine di Genocidio e di Prevenzione di questo crimine è stata osservata per la prima volta mercoledì 9 dicembre 2015. La giornata internazionale coincide con l’anniversario dell’adozione della Convenzione sulla Prevenzione e Punizione del Crimine di Genocidio, dell’Assemblea Generale dell’ONU nel 1948.
Dichiarazione di Alison Smith, consigliere legale di Non C’è Pace Senza Giustizia:
“In questa Giornata di Commemorazione di tutte le Vittime di Genocidio, Non C’è Pace Senza Giustizia (NPSG) ed il Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (NRPTT) si uniscono alla comunità internazionale per ricordare ed onorare le numerose vittime dei più gravi crimini per il diritto internazionale e la continua lotta – spesso inter-generazionale- delle loro famiglie per ricostruire le loro vite come sopravvissuti.
Cogliamo questa opportunità per elogiare tutti gli Stati che hanno contribuito all’istituzione di questa giornata ufficiale e universale di osservanza, attraverso l’adozione di una risoluzione dell’Assemblea Generale dell’ONU, in data 11 settembre 2015. Dobbiamo alle vittime ed ai superstiti di tali orribili crimini che gli eventi che hanno subito siano formalmente e universalmente riconosciuti, affinché una memoria condivisa della loro tragica eredità possa essere un forte deterrente contro il ripetersi di tali atrocità.
Il primo passo verso la riparazione per le vittime e i superstiti comincia con il riconoscimento e la consapevolezza che la loro sofferenza non è il risultato di una calamità naturale, ma è una deliberata e pianificata politica per ottenere e mantenere il potere attraverso crimini brutali contro uomini, donne e bambini. L’obiettivo di questa nuova osservanza non è solo quello di ricordare e onorare il passato. Decisamente, è anche un’opportunità per tutti gli Stati per riaffermare il loro impegno ed intensificare gli sforzi per prevenire il perpetrarsi di genocidi e altre atrocità di massa ovunque ed in qualunque momento possano verificarsi. Assicurare la giustizia e le riaprazioni per tutte le vittime di questi crimini è l’unico modo per dimostrare ai possibili colpevoli che non è più ammissibile che la violenza trionfi sulla giustizia.
A partire dall’istituzione della Corte Penale Internazionale (ICC), vi è almeno una possibilità per le vittime di vedere la giustizia applicata a quelle persone che hanno pianificato e istigato i crimini più seri e orribili immaginabili. Tuttavia, per dare reale concretezza alla minaccia e alla promessa di giustizia, deve essere fatto di più per garantire indagini genuine e azioni penali. Invitiamo gli Stati a guardare ai genocidi che si sono commessi fino ad oggi e a raddoppiare gli sforzi per portare la giustizia e risarcimento.
I Paesi devono impedire che i propri territori diventino un rifugio in cui i possibili colpevoli di queste atrocità possano nascondersi, non importa quale posizione ricoprissero nei propri Stati d’origine. Il fatto che il Presidente Sudanese Omar al-Bashir, accusato dall’ICC di crimini di genocidio, crimini di guerra e crimini contro l’umanità, contro i civili in Darfur, continui ad eludere la giustizia oggi è un profondo fallimento morale per la comunità internazionale; più importante, esso è un affronto alla memoria di coloro che sono morti ed alla sofferenza dei sopravvissuti. Continuiamo a sperare che il Presidente al Bashir e tutte le altre persone accusate di aver commesso i più gravi crimini nel mondo, siano portati alla giustizia come priorità, e a sollecitare tutte le parti interessate a giocare la loro parte nell’assicurare che ciò avvenga, con forza, determinazione ed il coraggio delle loro convinzioni.”
Per ulteriori informazioni contattare: Alison Smith all’indirizzo mail asmith@npwj.org o al numero +32-2-548 39 12 oppure Nicola Giovannini (Responsabile ufficio stampa) all’indirizzo mail ngiovannini@npwj.org o al numero +32 2 548 39 15.