Rapporto UNICEF sulle Mutilazioni Genitali Femminili: un cambiamento di strategia necessaria?

13 Ago, 2013 | Comunicati Stampa

Intervista con Alvilda Jablonko, Coordinatrice del Programma sulle MGF di Non c’è Pace Senza Giustizia, Bruxelles, 13 agosto 2013

Lo scorso mese UNICEF ha pubblicato un importante rapporto sulle mutilazioni genitali femminili (MGF), il quale rappresenta ad oggi il più esauriente studio sulla pratica, con dati provenienti da ricerche effettuate in 29 paesi africani dove la pratica è molto diffusa.
Secondo I dati raccolti e contenuti nel rapporto, le MGF sono sempre una delle più diffuse e sistematiche violazioni del dirritto umano all’integrità personale.
Dei 125 milioni di donne e bambine che sono state soggette alla pratica, molte non si riprenderanno mai dalle ferite e dal trauma fisico e psicologico che tali pratiche hanno loro inflitto. Inoltre sono 30 milioni i bambini che sono a rischio di essere sottoposti a MGF nei prossimi dieci anni. Alvilda Jablonko, Coordinatrice del programma sulle MGF di Non c’è Pace Senza Giustizia, commenta il rapporto UNICEF.

Perchè I risultati di questo rapporto sono così rilevanti?
Alvilda Jablonko : “Questo rapporto fornisce un quadro statistico completo delle MGF, esaminando il maggior numero in assoluto di indagini rappresentative a livello nazionale svolte in 29 paesi dove la pratica è più diffusa, incluse 17 nuove indagini svolte negli ultimi tre anni. La raccolta e l’analisi dei dati in materia di MGF è di vitale importanza al fine di valutare e aumentare la consapevolezza della portata e della prevalenza di tali pratiche, nonché per discernere dove e come la queste stanno cambiando e per misurare e verificare se si stanno facendo progressi. Criticamente, questa conoscenza può anche informare la progettazione e l’attuazione di politiche e programmi efficaci volti all’eliminazione delle pratiche.
Il rapporto analizza i dati attraverso la lente delle norme sociali, analizzando i livelli di sostegno per la pratica a livello nazionale e tra gruppi di popolazione selezionati. Questo permette anche una valutazione dell’impatto delle azioni intraprese per favorire l’eliminazione della pratica, e in particolare delle strategie di sensibilizzazione su base comunitaria, che sono state sostenute sin dal 2008 dal Programma Congiunto UNFPA-UNICEF sulle Mutilazioni Genitali Femminili / Escissione: accelerare il cambiamento. Purtroppo il quadro che emerge mostra quanto il cambiamento sia stato minimo, nonostante gli sforzi ed i programmi”.

Questo significa che è necessario attuare un cambiamento di strategia?
Alvilda Jablonko: “In realtà, il rapporto mostra una mancanza di un rilevante cambiamento di atteggiamenti e la prevalenza delle MGF in una serie di paesi, tra cui il Senegal, nonostante il lavoro di lunga data nel paese supportato da UNICEF. Nonostante questo risultato, il rapporto non suggerisce un cambiamento di strategia, ma sostiene che vi sia la necessità di ulteriori investimenti programmatici nel modello di cambiamento sociale che è stato fino ad ora la spina dorsale del loro programma.
Campagne per favorire consapevolezza e di educazione e sforzi di sensibilizzazione delle comunità, in corso da decenni, sono ovviamente importanti. Tuttavia, al fine di contestare con successo la pratica e promuovere la sua eliminazione, è essenziale che sia adottata la legislazione che vieta esplicitamente le mutilazioni genitali femminili e che venga effettivamente promulgata, con sufficienti risorse dedicate alla sua messa in pratica e sforzi di conformità. Una chiara ed inequivocabile legislazione nazionale è essenziale per consolidare un impegno formale ed esplicito da parte dello Stato contro le MGF, riconoscendo la pratica come una massiccia e sistematica violazione dei diritti umani delle donne e delle bambine.
La legislazione stabilisce il contesto giuridico che legittima e facilita il lavoro di attivisti anti-MGF e dei gruppi per i diritti delle donne. E’ anche in grado di proteggere e di fornire gli strumenti legali alle donne ed alle ragazze che vogliono sfidare la convenzione sociale rifiutando di sottoporsi a MGF, contribuendo a creare reali cambiamenti nelle norme culturali che rafforzano la pratica”.

Il rapporto riconosce che l’adozione, il 20 dicembre 2012, della risoluzione “Intensificare gli sforzi globali per l’eliminazione delle mutilazioni genitali femminili” (“Intensifying global efforts for the elimination of female genital mutilations”) , da parte dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, ha segnato una pietra miliare nella lotta per porre fine alla pratica? Perché è così importante questa risoluzione?
Alvilda Jablonko: “Senza dubbio, l’adozione della Risoluzione 67/149 da parte dell’AG, che invoca un bando mondiale sulle MGF, costituisce un cambiamento nel paradigma della lotta a questa violazione dei diritti umani che tutti i paesi del mondo dovrebbero affrontare e prevenire attraverso “tutte le misure necessarie, incluse la creazione o un rafforzamento della legislazione atta a proibire le MGF e a proteggere quelle donne e bambini che sono soggette a tale pratiche, e a porre un termine all’impunità”.
L’adozione formale di questo innovativo documento costituisce il culmine di anni di perpetuazione degli sforzi per portare l’attenzione mondiale sulle MGF guidati da una coalizione sempre crescente di ONG e attivisti dei diritti umani, tra cui Non c’è Pace Senza Giustizia.  Dalle organizzazioni di base al livello politico, quanti coinvolti nella campagna Ban FGM premono costantemente per una legislazione chiara e efficace che inequivocabilmente  bandisca le MGF nei propri paesi, con lo scopo di legittimare la loro attività locale di advocacy e i loro sforzi educativi, di rinforzare quanti vogliono rigettare le FGM e la pressione sociale della tradizione e di proteggere le vittime.
Il bando mondiale adottato dall’ONU dà il potere agli attivisti di agire e rinforzare le legislazioni nazionali contro le MGF e porre fine all’impunità per questa violazione dei diritti umani.
L’adozione della Risoluzione 67/146 è, comunque, non fine a sé stessa: è un importante innovazione, che segna l’inizio di un nuovo capitolo nella lotta alla pratica: ora è compito di tutti noi e degli Stati continuare a lottare e lavorare insieme così che donne e bambine siano finalmente libere dalla minaggia delle MGF.”

Qual è il prossimo passo e il prossimo focus per le attività di NPSG?
Alvilda Jablonko:  “Abbiamo bisogno di continuare a costruire sull’occasione ottenuta con l’adozione della Risoluzione e lavorare per la sua concreta e piena implementazione. In alte parole la sfida ora quella di favorire l’impegno politico dei governi e della società civile di tutto il mondo per assicurare che questo documento realizzi il suo potenziale come strumento concreto per la lotta contro le MGF e che rafforza veramente gli sforzi volti alla eliminazione delle MGF, una volta per tutte. Gli sforzi di sensibilizzazione della comunità che  sono in corso da decenni hanno bisogno di essere sostenuti da una legislazione efficace per proteggere le donne e le ragazze dalla mutilazione genitale femminile. Dove le leggi sono state emanate, la volontà politica di attuarli in modo efficace deve essere incoraggiata. NPSG continuerà pertanto a coinvolgere i governi nazionali, i parlamenti e attivisti per promuovere l’adozione e l’applicazione di leggi efficaci contro le MGF a livello nazionale, tra cui il lavoro di prevenzione e di condanna della medicalizzazione delle MGF. Inoltre, le attività di NPSG mireranno a favorire l’armonizzazione delle misure legislative e politiche e rafforzare la cooperazione a livello regionale e internazionale “.

For more information, contact Alvilda Jablonko, Coordinator of the FGM Program, on ajablonko@npwj.org or Nicola Giovannini, email: ngiovannini@npwj.org, phone: +32 2 548 39 15.