Appello aperto agli Stati membri delle Nazioni Unite per garantire l’adozione alla 48esima sessione del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite di una risoluzione che crei un meccanismo investigativo sull’Afghanistan

9 Set, 2021 | Comunicati Stampa

Noi, organizzazioni sottoscritte, scriviamo per sollecitare gli Stati membri delle Nazioni Unite a garantire l’adozione di una solida risoluzione per istituire una missione d’inchiesta o un analogo meccanismo investigativo indipendente sull’Afghanistan come questione prioritaria alla prossima 48esima sessione regolare del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite.

Esprimiamo il nostro profondo rammarico per il fallimento della recente sessione speciale Consiglio per i diritti umani sull’Afghanistan nel fornire una risposta credibile alla crescente crisi dei diritti umani che attanaglia il paese. La risoluzione adottata è molto al di sotto degli appelli della Commissione Indipendente per i Diritti Umani dell’Afghanistan (AIHRC), dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, delle Procedure Speciali e delle organizzazioni della società civile e non è all’altezza del mandato del Consiglio per i diritti umani di affrontare efficacemente le situazioni di violazione dei diritti umani, comprese le violazioni gravi e sistematiche.

Una missione d’inchiesta o un simile meccanismo investigativo indipendente con un mandato pluriennale, che tenga conto del genere, con risorse adeguate per monitorare e riportare regolarmente e che raccolga le prove delle violazioni dei diritti umani e degli abusi commessi in tutto il paese è una componente critica della più ampia risposta internazionale urgentemente necessaria per affrontare la crescente crisi umanitaria e dei diritti umani in Afghanistan. Un tale meccanismo è cruciale per assicurare che gli stati membri dell’ONU siano pienamente informati della situazione sul terreno mentre prendono importanti decisioni su come rispondere alla crisi, su come aiutare a proteggere i diritti e le vite del popolo afgano e su come prevenire ulteriori crimini. È cruciale sostenere i coraggiosi attivisti e i difensori dei diritti umani, in particolare le donne che hanno continuato il loro lavoro con notevoli rischi personali e hanno chiesto sostegno e solidarietà alla comunità internazionale. È anche cruciale per fare un piccolo passo avanti nell’affrontare il vuoto di responsabilità che alimenta gravi violazioni e abusi in tutto il paese e per integrare e sostenere il lavoro internazionale e nazionale sulla responsabilità per i crimini secondo il diritto internazionale.

L’urgente necessità di un tale meccanismo non avrebbe potuto essere più chiara durante i negoziati e all’apertura della sessione speciale. L’AIHRC, l’Alto Commissario per i diritti umani, le procedure speciali, l’ambasciatore dell’Afghanistan presso le Nazioni Unite a Ginevra e un’ampia costellazione di organizzazioni della società civile nazionale, regionale e internazionale, hanno fatto questa richiesta in modo chiaro e coerente. L’Alto Commissario per i diritti umani ha sottolineato che, mentre il suo ufficio è pronto e disposto ad aggiornare regolarmente il Consiglio dei diritti umani sulla situazione, è fondamentale che il Consiglio intraprenda “un’azione coraggiosa e vigorosa, commisurata alla gravità di questa crisi, stabilendo un meccanismo dedicato per monitorare da vicino l’evoluzione della situazione dei diritti umani in Afghanistan, compresa – in particolare – l’attuazione delle promesse dei talebani, con particolare attenzione alla prevenzione”. Ignorare questi appelli coerenti e attendere pigramente che si verifichino ulteriori crimini per intraprendere un’azione significativa è un’abdicazione di responsabilità da parte del Consiglio dei diritti umani. Il popolo dell’Afghanistan ha diritto a molto più di tutto ciò.

Durante la sessione speciale, le Procedure Speciali delle Nazioni Unite hanno ricordato che gli ultimi 18 mesi “si sono registrati i più alti numeri di vittime tra i civili nella storia recente dell’Afghanistan” e hanno anche ricordato al Consiglio il quinto rapporto del Segretario Generale delle Nazioni Unite sui bambini e i conflitti armati in Afghanistan (S/2021/662 16 luglio 2021), il quale documenta “che le vittime tra i bambini nella prima metà del 2021 hanno costituito il numero più elevato per questo periodo mai registrato dalle Nazioni Unite in Afghanistan, una situazione che si è ulteriormente aggravata nelle ultime settimane”.

In questo momento cruciale per il popolo dell’Afghanistan, siamo convinti che un meccanismo investigativo indipendente sia l’unico mezzo credibile per affrontare la crisi dei diritti umani nel paese, promuovere la responsabilità e scoraggiare ulteriori abusi. Anche se alcuni stati hanno proposto la creazione di un relatore speciale come compromesso, questa non sarebbe una risposta adeguata o appropriata a una crisi di questo tipo per una serie di ragioni, tra cui la mancanza di risorse, la capacità limitata e la portata corrispondentemente più limitata di un tale mandato. Notiamo che la stessa risoluzione della sessione speciale “sottolinea la necessità di un’indagine trasparente e rapida sui rapporti di tutte le violazioni e gli abusi dei diritti umani e le violazioni del diritto umanitario internazionale commessi da tutte le parti coinvolte nel conflitto al fine di ritenere responsabili i colpevoli”. Chiaramente, l’unico modo credibile per dare effetto a questo impegno è quello di implementare tale “indagine trasparente e rapida”.

Esortiamo tutti gli Stati membri dell’ONU ad agire con urgenza per correggere la rotta del Consiglio dei diritti umani assicurando che un robusto meccanismo investigativo indipendente sia messo in atto quando il Consiglio si riunirà per la sua 48esima sessione regolare a settembre. Come ha notato la presidente dell’AIHRC nel suo discorso di apertura al Consiglio dei diritti umani, “gli attivisti afgani e i miei colleghi sul terreno, che affrontano minacce dirette alla loro vita e a quella delle loro famiglie, chiedono quindi di meglio e hanno tutto da perdere nel presentare questa richiesta […] Molti con cui parlo in Afghanistan temono già di non avere un domani. Nel nostro momento più buio vi chiediamo di fare di più”.

 

ELENCO DEI FIRMATARI:

1.     Afghanistan Independent Human Rights Commission

2.     Amnesty International

3.     ARTICLE 19

4.     Asian Forum for Human Rights and Development (FORUM-ASIA)

5.     Asylum Seeker Resource Centre (ASRC)

6.     Australian Centre for International Justice

7.     Australian Human Rights Institute

8.     AWID (Association for Women’s Rights in Development)

9.     Cairo Institute For Human Rights Studies

10.  Center for Justice and International Law (CEJIL)

11.  Centro de Documentación en Derechos Humanos “Segundo Montes Mozo S.J.” (CSMM)

12.  CIVICUS: World Alliance for Citizen Participation

13.  Comisión Mexicana de Defensa y Promocion de Derechos Humanos (CMDPDH)

14.  Committee to Protect Journalists

15.  Commonwealth Human Rights Initiative (CHRI)

16.  DefendDefenders (East and Horn of Africa Human Rights Defenders Project)

17.  DEMAS – Association for Democracy Assistance and Human Rights

18.  Egyptian Initiative for Personal Rights (EIPR)

19.  FOKUS Forum for women and development

20.  Forum Menschenrechte

21.  Free Press Unlimited

22.  FRI – Foreningen for kjønns- og seksualitetsmangfold

23.  Front Line Defenders

24.  Global Centre for the Responsibility to Protect

25.  HelpAge International

26.  Human Rights Now

27.  Human Rights Watch

28.  Humanists International

29.  International Bar Association’s Human Rights Institute

30.  International Center for Transitional Justice (ICTJ)

31.  International Commission of Jurists

32.  International Federation for Human Rights (FIDH)

33.  International Federation on Ageing

34.  International Fellowship of Reconciliation (IFOR)

35.  International Movement Against All Forms of Discrimination and Racism (IMADR)

36.  International Service for Human Rights

37.  Jacob Blaustein Institute for the Advancement of Human Rights

38.  La Strada International

39.  Medical Association for Prevention of War (Australia)

40.  Minority Rights Group International

41.  No Peace Without Justice

42.  Norwegian Helsinki Committee

43.  Norwegian Humanist Association

44.  Rafto Foundation for Human Rights

45.  Right Livelihood

46.  Scholars at Risk

47.  The International Rehabilitation Council for Torture Victims (IRCT)

48.  The Norwegian Human Rights Fund

49.  Tokyo University of Foreign Studies

50.  VOICE Australia

51.  WO=MEN Dutch Gender Platform

52.  Women’s International League for Peace and Freedom (WILPF)

53.  Women’s Refugee Commission

54.  World Organisation Against Torture (OMCT)