L’associazione radicale Non c’è Pace Senza Giustizia prenderà parte alle celebrazioni in Olanda insieme agli attivisti che hanno contribuito a dar vita alla Corte Penale Internazionale

Quest’anno ricorre il decimo anniversario dell’adozione dello Statuto di Roma della Corte Penale Internazionale. Il trattato infatti venne adottato il 17 luglio 1998, a conclusione di cinque settimane di negoziati della Conferenza Diplomatica tenutasi a Roma, presso la FAO, che vide rappresentanti di governi, diplomatici, accademici e attivisti della società civile chiamati a decidere sulla creazione della prima istituzione internazionale permanente con il mandato di esercitare potere giurisdizionale sulle persone resesi responsabili dei piu seri e atroci crimini: genocidio, crimini di guerra, crimini contro l’umanità.

Per celebrare tale ricorrenza il Ministero degli Esteri olandese ha organizzato all’Aja il 3 luglio, un evento presso il Palazzo della Pace, in collaborazione con l’Ambasciata Francese e la Coalizione per la Corte Penale Internazionale (CICC).
L’incontro vedrà nella mattinata una cerimonia di celebrazione mentre nel pomeriggio si concentrerà sulla discussione su vari aspetti fondamentali della Corte quali la sua universalità, la coperazione degli Stati Parte, i diritti della difesa e delle vittime.
Parteciperanno all’evento il Presidente e il Procuratore Generale della Corte, diplomatici, giudici e rappresentanti di altri tribunali internazionali, i protagonisti della prima stesura dello Statuto di Roma, accademici e rappresentanti delle ONG e della società civile, tra cui l’associazione radicale Non c’è Pace senza Giustizia.

Dichiarazione di Sergio Stanzani e Gianfranco Dell’Alba, Presidente e Segretario Generale di Non c’è Pace Senza Giustizia:

“La Corte Penale Internazionale è entrata in funzione il 1 luglio del 2002, a seguito del raggiungimento della sessantesima ratifica dello Statuto di Roma. Ad oggi gli Stati che hanno ratificato lo Statuto di Roma sono 106. Nonostante vi siano ancora alcune importanti assenze come quelle di Stati Uniti, Russia, Cina e India, è indubbio che la sola esistenza e operatività della Corte ha contribuito a disinnescare possibili situazioni di gravi violazioni del diritto internazionale e a creare i presupposti per una nuova forma di cooperazione tra gli Stati fondata sulla volontà di porre fine all’impunità per coloro che si siano resi responsabili di crimini gravissimi. Un esempio è proprio quello del Sudan, Paese che non ha ratificato lo Statuto e che su iniziativa del Consiglio di Sicurezza, nonostante tre dei suoi membri permanenti non abbiano ratificato lo Statuto, è entrato sotto la giurisdizione della Corte per le atrocità commesse in Darfur.

Ciò detto, non si può non sottolineare che dall’entrata in funzione della Corte, sono stati aperti solo quattro casi in Uganda, Repubblica Democratica del Congo e Repubblica Centroafricana e in Darfur.
In totale il procuratore generale Luis moreno Ocampo ha emesso dodici ordini d’arresto, solo quattro dei quali però sono stati eseguiti in cooperazione con gli Stati Membri; dei rimanenti, quattro aspettano di essere eseguiti dal 2005, uno dal 2006 e due da piu di un anno. E’ evidente quindi che il meccanismo della cooperazione tra Stati Parte e Corte abbia ancora delle mancanze e le procedure di indagine e incriminazione devono articolarsi in modo più tempestivo ed efficace.
Insomma vi è ancora molto da lavorare affinchè questo strumento di giustizia internazionale possa intervenire in modo tempestivo e più efficace nel porre fine all’impunità. Di questo si dovrà tenere conto, nelle future riunioni degli Stati Parte.”

Per informazioni: Elio Polizzotto, mob. +32-494-533919, Antonella Dentamaro, 06-68803791
Leggi il comunicato del Ministero degli Affari Esteri olandese