Dall’inizio dello scoppio delle violenze seguite all’annuncio dei risultati elettorali in Kenya lo scorso dicembre, il governo ha intrapreso un processo di attribuzione delle responsabilità con lo scopo di individuare i crimini commessi in Kenya tra il dicembre 2007 e il Febbraio 2008.
Tale processo ha incluso una serie di indagini su larga scala, condotte dalla Commissione Nazionale del Kenya per i Diritti Umani, col supporto tecnico di Non C’è Pace Senza Giustizia, istituendo la “Commissione Kriegler”, responsabile di indagare le irregolarità elettorali, e la “Commissione Waki”, una commissione di indagine sulle irregolarità elettorali, che ha rilasciato il proprio rapporto il 15 ottobre del 2008. Le due commissioni sono state affiancate da sforzi legislativi paralleli fra cui la promulgazione, il 23 ottobre del 2008, del “Truth Justice and Reconciliation Commission Act”, che mettono in pratica gli obblighi presi dal Kenya sotto lo Statuto di Roma della Corte Penale Internazionale.
Il processo di attribuzione delle responsabilità ha subito un rallentamento il 30 ottobre del 2008, a causa della dichiarazione dell’Orange Democratic Movement (ODM) di essere risoluto nel rifiutare il Rapporto della Commissione Waki, nonostante il supporto dato dal Primo Ministro, nonché leader dell’ODM, Raila Odinga al Rapporto e all’applicazione delle sue raccomandazioni.
Dichiarazione di Sergio Stanzani e Gianfranco Dell’Alba, Presidente e Segretario-Generale di Non C’è Pace Senza Giustizia:
“Probabilmente oggi più che mai il Kenya si trova ad un bivio in cui scegliere tra andare avanti verso un futuro di pace, eliminando le cause più profonde che hanno causato lo scoppio delle violenze elettorali, o essere destinato ad vedere ripetere le tragedie del passato, se non si evita la potenziale nube di impunità che sovrasta il paese.
“La Commissione Indipendente Waki, istituita come parte integrale dell’accordo di potere nel paese, si è pronunciata. A nome del popolo keniota la commissione ha affermato chiaramente che la violenza non può essere premiata e che è necessario che ci sia una attribuzione di responsabilità per le devastazioni che hanno distrutto il paese agli inizi di quest’anno. Ora è il momento di mettere in pratica queste parole: rimediare ai torti subiti dalle vittime durante le violenze, e attribuire le responsabilità di tali violenze a prescindere dalle agende politiche e personali.
“Mentre il Kenya aspetta di vedere cosa accadrà, i leader delle ONG keniote hanno chiesto alla comunità internazionale di fornire supporto, ancor più necessario in questo momento, affinché vengano applicate le raccomandazioni dei Rapporti, inclusa l’istituzione di un tribunale speciale per le investigazioni e l’imputazione di coloro che hanno le maggiori responsabilità per i crimini commessi nel periodo post elettorale.
“Non C’è Pace Senza Giustizia affianca i propri colleghi kenioti e si unisce al loro appello. Riteniamo urgente che la comunità internazionale non abbandoni il popolo keniota ma fornisca invece tutto il supporto necessario ad assicurare un’applicazione rapida dei suggerimenti inclusi nel Rapporto della Commissione Waki.
“Non C’è Pace Senza Giustizia chiede inoltre che il Parlamento keniota approvi al più presto l’International Crimes Act. Tale azione è critica non solo per quanto riguarda il tribunale speciale, che mettere in pratica l’International Crimes Act, ma anche perché risponderebbe alle responsabilità internazionali del Kenya come Stato Membro dello Statuto di Roma della Corte Penale Internazionale.