Giornata dei Diritti Umani: NPSG chiede maggiore impegno per garantire il rispetto e la protezione universali

10 Dic, 2016 | Comunicati Stampa

Bruxelles – Roma, 10 Dicembre 2016

Oggi si celebra la Giornata dei Diritti Umani, festeggiata ogni anno il 10 dicembre, per sottolineare i diritti fondamentali che ognuno ha in quanto membro della comunità globale. Questa giornata commemora il giorno in cui, nel 1948, l’Assemblea Generale dell’ONU adottò la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Nel 1950, l’Assemblea approvò la risoluzione 423 (V), esortando tutti gli stati e le organizzazioni interessate a celebrare ogni anno il 10 dicembre, come Giornata dei Diritti Umani.“In questa Giornata Internazionale dei Diritti Umani, Non c’è Pace Senza Giustizia (NPSG) approfitta di questa opportunità per ricordare le troppe disparità che rallentano -a vari livelli e a volte in modo brutale e crudele- il processo verso un pieno rispetto e una totale protezione dei diritti umani e delle libertà fondamentali universalmente riconosciuti a tutti i membri della comunità globale.

“In troppe regioni del mondo, i diritti umani fondamentali vengono limitati o negati da regimi autoritari e brutali. Ogni giorno donne e uomini combattono coraggiosamente e instancabilmente per il riconoscimento di aspirazioni e richieste legittime provenienti dalle loro comunità: libertà, uguaglianza, giustizia e dignità umana, tutti valori universali fondamentali. Tuttavia, nel portare avanti queste battaglie, affrontano spesso un largo ventaglio di violazioni e abusi per mano di attori statali e non-statali, i quali dedicano un gran numero di risorse per metterli a tacere attraverso la censura, la legislazione repressiva, arresti arbitrari, imprigionamenti, intimidazioni, violenza e tanto altro ancora.

“NPSG vuole rendere omaggio a questi difensori dei diritti umani e riconoscere gli sforzi di queste straordinarie persone sparse in tutto il mondo e rinnova il proprio impegno a sostenerle nella lotta per garantire che le istituzioni liberali e democratiche fioriscano nei loro Paesi, come stanno facendo le loro aspirazioni. La comunità internazionale dovrebbe fare tutto ciò che è in suo potere per proteggere i difensori dei diritti umani e aiutarli a diventare sempre più capaci di contribuire pienamente al processo politico nei loro Paesi senza paura di ritorsioni. Sostenere il rafforzamento dei difensori di diritti umani è uno dei modi migliori per aiutare a prevenire i conflitti, per interrompere sconvolgenti cicli di violenza e per costruire società democratica solidamente fondate su una cultura di tolleranza e non violenza.

“L’esperienza di Paesi devastati da violenti conflitti, come la Siria, dimostra drammaticamente che le dinamiche della guerra portano a diffusi abusi e violazioni dei diritti umani che colpiscono in misura sproporzionata i civili, specialmente donne e bambini. Negli ultimi cinque anni, la Siria è stata testimone di crimini contro l’umanità, crimini di guerra e altre gravi violazioni dei diritti umani, che continuano ad essere commessi con frequenza e brutalità sempre crescenti. Dall’inizio del conflitto nel 2011, abbiamo costantemente sostenuto che la mancanza di attribuzione di colpevolezza genera una situazione in cui l’impunità per la violazione dei diritti umani diventa la norma; siano i crimini commessi in violazione del diritto internazionale o per mancanza di rispetto degli obblighi legali internazionali come prescritto dalla giurisprudenza e dalle risoluzioni ONU.

“Dopo più di cinque anni di fallimenti della comunità internazionale nel porre fine al conflitto in Siria, rinnoviamo il nostro appello a tutti gli stati e a tutte le organizzazioni regionali e internazionali, affinché dimostrino il loro impegno per la causa dei diritti umani rompendo il ciclo di impunità che sta devastando il Paese. Garantire l’attribuzione di colpevolezza per i crimini commessi deve diventare il fulcro di qualsiasi sforzo volto a porre fine al bagno di sangue in Siria e a portare giustizia e riparazioni ai siriani. Quei membri della comunità internazionale che continuano a bloccare questa priorità dovrebbero vergognarsi e considerare almeno per un momento la sofferenza permessa dalle loro azioni  in un clima di impunità.

“NPSG, insieme con i suoi partner siriani, ribadisce il suo impegno nell’offrire supporto alle coraggiose donne e ai coraggiosi uomini siriani che nonostante le indescrivibili violenze e orrori subiti ancora tentano di giocare un ruolo importante nella ricostruzione di una Siria libera, inclusiva e democratica. Rimane di importanza critica che coloro che hanno sofferto di più dal marzo 2011 siano ascoltati e che il loro punto di vista sia riconosciuto come element fondamentale per il futuro della Siria: essi non sono una semplice aggiunta o un lusso, ma sono la vera ragione per cui in definitiva noi combattiamo l’impunità e gli abusi dei diritti umani”.