21 Luglio 2021
Giovedì 21 luglio 2022 il Comitato Economico e Sociale delle Nazioni Unite (ECOSOC), ha adottato una decisione, presentata dagli Stati Uniti, che chiedeva il riconoscimento dello status consultivo speciale per sei organizzazioni non governative internazionali, fra cui Non c’è Pace Senza Giustizia. La proposta di decisione americana, sostenuta da oltre 30 Stati Membri, è stata adottata, dopo un acceso dibattito, con 23 voti a favore, 7 contrari e 18 astensioni.
La domanda per ricevere lo status consultivo – che implica un accesso diretto all’insieme delle riunioni pubbliche delle Nazioni Unite e delle sue agenzie, con la possibilità di intervenire nelle sessioni dedicate alla partecipazione della società civile e di interagire con molta maggior facilità riguardo il processo decisionale ONU – era bloccata da molti anni per via dell’opposizione costante di paesi come Russia, Cina, Cuba ed altri, consci delle posizioni da sempre assunte da Non c’è Pace Senza Giustizia nei loro confronti e ostili perciò al nostro ingresso nel cerchio ristretto delle Ong beneficiarie di tale status.
E infatti, anche in questa occasione, Russia e Cina si sono distinte per interventi critici – cosa che ci fa onore e ci riempie peraltro di legittimo orgoglio perché mostra da un lato che siamo “attenzionati” da lor signori e dall’altra chiarisce a tutti la nostra precisa e ferma collocazione – senza riuscire però, molto probabilmente alla luce del momento storico attuale, a frenare la determinazione di Stati Uniti e paesi dell’Unione europea in particolare a non dargliela vinta e a sconfiggerli con un voto a cui non si applica il diritto di veto previsto, come si sa, per le delibere del solo Consiglio di Sicurezza.
Il sostegno italiano è stato naturalmente importante nel favorire l’emergere di un consenso alla proposta americana e alla determinazione di voler portare a casa il risultato. Si tratta di un riconoscimento importane per Non c’è Pace Senza Giustizia, da quasi trent’anni impegnata molto anche in sede Nazioni Unite, in particolare nell’attività della Corte Penale Internazionale, del Consiglio per i Diritti umani e di altri organi, nonché nell’esecuzione di progetti importanti finanziati da agenzie ONU quali UNICEF, UNFPA e UN WOMEN in aree e paesi critici.
Negli scorsi anni, Non c’è Pace Senza Giustizia, nata come campagna del Partito Radicale transnazionale (PRT), aveva potuto beneficiare dello status consultivo concesso oltre vent’anni fa, in un altro contesto politico, proprio al PRT, e il successo di giovedì scorso costituisce il punto di arrivo di un lungo percorso costantemente ostacolato dai paesi autoritari e dittatoriale che non vogliono “tra i piedi” una voce scomoda come la nostra.
Mal gliene incolse: nel nostro piccolo, proveremo ad esserci sempre di più. Grazie a questo importante riconoscimento, proveremo a rafforzare ulteriormente il nostro impegno per la difesa dei diritti umani, la promozione dello stato di diritto e la lotta contro l’impunità.
Un grazie a tutti coloro che a Non c’è Pace Senza Giustizia e all’esterno hanno contribuito a questo risultato “straordinario”.