Tunisia: NPSG e KADEM pubblicano un rapporto su aspettative e percezioni nel Paese su giustizia di transizione e attribuzione di responsabilità

25 Giu, 2013 | Comunicati Stampa

Tunisi, 25 giugno 2013

Nel quadro del loro lavoro comune a sostegno della transizione democratica tunisina attraverso la giustizia di transizione, Non c’è Pace Senza Giustizia (NPSG) e Al-Kawakibi Democracy Transition Center (Kadem), hanno condotto, nel mese di settembre 2011, un’indagine i cui risultati vengono pubblicati sotto forma di un rapporto titolato “Rispondere per il passato in Tunisia: una valutazione sulle responsabilità e su aspettative e percezioni della giustizia di transizione nel Paese“.

Lo scopo dell’indagine è di raccogliere dati relativi al livello di comprensione e conoscenza generale a proposito della giustizia di transizione in Tunisia delle persone di vari settori della società prima che vengano attuati provvedimenti importanti sul tema. Il sondaggio è stato somministrato in diverse regioni e città della Tunisia, tra El Kef, Gafsa, Jandouba, Kasserine, Sfax, Sidi Bouzid e Tunisi, a 403 persone in rappresentanza del pubblico in generale e a gruppi specifici, ossia vittime, rappresentanti di gruppi della società civile, membri della magistratura e professionisti nell’ambito legale, media, politici e partiti politici.

I risultati del sondaggio dimostrano che la percezione generale verso la giustizia di transizione è molto positiva in Tunisia e che una grande maggioranza degli intervistati desidera partecipare alla giustizia di transizione per contribuire direttamente alla transizione democratica del proprio paese. In particolare, il 95% degli intervistati si è dimostrato a favore della giustizia di transizione, riconosciuta come una vera e propria necessità. La stragrande maggioranza degli intervistati ritiene inoltre che la riforma istituzionale e l’individuazione delle responsabilità sono i bisogni più urgenti, seguiti dal rafforzamento dello Stato di diritto. Questo rappresenta un punto molto positivo dato che, al momento del sondaggio, solo poche attività sulla giustizia di transizione avevano avuto luogo e quest’ultima non era neppure considerata come una questione di dominio pubblico.

Gli intervistati appartenenti a  partiti politici hanno sottolineato l’importanza di rafforzare il ruolo della società civile nella giustizia di transizione e la necessità di coinvolgere questo gruppo in modo costruttivo. Questo è un risultato positivo in una società, nello specifico quella tunisina, dove decenni di dittatura non hanno favorito il riconoscimento della società civile come un importante interlocutore per policy- e decision-makers. I risultati mostrano inoltre una difficoltà nel raggiungere le vittime e quindi ad identificare le esigenze di uno dei gruppi più importanti da coinvolgere al fine di affrontare le passate violazioni. Tra gli intervistati, solo il 17% delle vittime che hanno cercato il sostegno di gruppi della società civile e delle autorità pubbliche sono stati in grado di trovarlo. Dopo la rivoluzione, la quasi la totalità di loro non si sentiva rappresentata e circa la metà degli intervistati non sapeva a quali gruppi della società civile rivolgersi per vedere i propri interessi rappresentati.

Raccomandazioni
Di seguito sono riportate le principali raccomandazioni e gli insegnamenti emersi a seguito di questa indagine, importanti per misurare l’impatto delle varie iniziative finora svolte nonché per individuare le principali sfide da affrontare per stabilire un efficace sistema di giustizia di transizione in Tunisia.

  • Il governo, l’Assemblea Nazionale Costituente, il futuro Parlamento e in generale le istituzioni tunisine dovrebbero coinvolgere in modo più profondo la società civile nel loro lavoro, in particolare su quelle misure che incideranno sul futuro tunisino. Essi dovrebbero intraprendere, di concerto con i soggetti maggiormente interessati, una vasta riforma del quadro giuridico e delle sue istituzioni per garantire la responsabilità e la riparazione per le passate violazioni.
  • Il lavoro delle istituzioni tunisine e della società civile dovrebbe concentrarsi maggiormente sul dialogo con le vittime, sviluppando strategie e creando meccanismi stabili e rappresentativi in grado di facilitare la partecipazione delle vittime in tutte le fasi della giustizia di transizione, compresa la formazione di meccanismi con tale scopo, la scoperta della verità e programmi per le riparazioni.
  • Attori nazionali e internazionali competenti dovrebbero concentrarsi sul rafforzamento delle capacità di tutti gli stakeholders tunisini riguardo la giustizia di transizione, cercando di creare maggiore interesse intorno all’argomento. Particolare attenzione dovrebbe essere dedicata al potenziamento delle capacità dei media e della società civile, dal momento che questi sono gli attori chiave per entrare in contatto con il pubblico o altri gruppi rilevanti.
  • La comunità dei donatori deve mantenere, e dove possibile aumentare, i finanziamenti attuali per sostenere la transizione democratica tunisina per superare la mancanza di risorse che ostacola il lavoro sulla giustizia di transizione.
  • La comunità internazionale dovrebbe esercitare una pressione maggiore sul governo tunisino per affrontare l’assenza di volontà politica per l’assunzione di responsabilità per le violazioni passate, per condurre una riforma istituzionale e per procedere con la creazione di misure efficaci e complete di giustizia di transizione.

Documentation

Per ulteriori informazioni, si prega di contattare Greta Barbone su gbarbone@npwj.org o +216 28385079 oppure Nicola Giovannini ngiovannini@npwj.org o +32 (0) 2 548-39 15.