I colloqui intra-siriani a Ginevra richiedono chiarezza sul ruolo della società civile

29 Gen, 2016 | Comunicati Stampa

Gaziantep/Bruxelles, 29 Gennaio 2016
Una nuova tornata di colloqui intra-siriani è cominciata ufficialmente oggi a Ginevra come primo tentativo dal 2014 di riunire le parti in guerra per cercare di trovare una soluzione politica al conflitto. I colloqui sono frutto di un accordo raggiunto a Vienna a novembre da parte dell’International Syria Support Group (ISSG), che comprende la Lega Araba, l’Unione Europea, le Nazioni Unite, e 17 paesi, tra cui gli Stati Uniti e la Russia, come parte degli sforzi per porre fine alla guerra con un accordo sulla nuova governance, una nuova costituzione e nuove elezioni.

Dichiarazione di Rami Nakhla, coordinatore del Progetto Siria di NPSG:

“Alcuni giorni fa Staffan de Mistura, l’Inviato Speciale dell’ONU per la Siria, ha annunciato l’intenzione di coinvolgere la società civile nei colloqui intra-siriani, che sono cominciati oggi a Ginevra. Questa dichiarazione è giunta in un momento delicato per gli sforzi diplomatici per trovare una soluzione politica alla guerra in Siria, creando preoccupazioni che la “partecipazione della società civile” possa determinare ulteriore confusione su chi formerà la delegazione dell’opposizione.

“La società civile in Siria si è evoluta notevolmente nel corso del conflitto: Quando la rivolta ebbe inizio, i siriani cominciarono ad organizzarsi, uniti dal comune desiderio di promuovere i diritti umani e preparare un’eventuale transizione. Essi si sono costituiti in organizzazioni della società civile per coordinare il loro lavoro individuale, e tra le diverse regioni e zone di intervento. Queste organizzazioni hanno fatto un lavoro straordinario nel monitorare e documentare le violazioni diffuse del diritto internazionale commesse negli ultimi cinque anni in Siria, tra cui tortura, violenza sessuale e di genere, così come tattiche di guerra illegali come l’assedio, la fame, l’uso di bombe-barile e i bombardamenti indiscriminati di quartieri civili. Essi hanno avuto un’esperienza diretta di queste violazioni e delle loro conseguenze, anche attraverso il loro enorme lavoro nel portare aiuto alle vittime.

“Nel corso di questi cinque anni, la società civile siriana ha costantemente sviluppato la propria conoscenza e comprensione dei bisogni del paese e dei principali meccanismi internazionali per la protezione dei diritti umani, che ha contribuito a dare speranza e significato al lavoro che stanno facendo sul campo. La totalità dell’esperienza accumulata, i bisogni e le aspirazioni che essi possono trasmettere, possono, e devono, contribuire al raggiungimento di un esito positivo dei colloqui di Ginevra.

“Ci sentiamo pertanto incoraggiati nel sentire de Mistura esprimere l’intenzione di coinvolgere la società civile, che è uno degli elementi che abbiamo detto, da tempo, essere essenziale per il successo di questi colloqui. Allo stesso tempo, questo impegno deve rafforzare la società civile e salvaguardare la sua capacità di svolgere il proprio ruolo, adesso e per il futuro. La loro partecipazione non sostituisce la partecipazione della delegazione dell’opposizione: la società civile siriana non è parte del conflitto e non può essere una controparte nel negoziare la fine del conflitto armato; solo le parti in conflitto possono farlo.

“Il ruolo della società civile nella futura Siria democratica sarà quello di monitorare la situazione all’interno del paese e di mantenere responsabili le istituzioni e i fautori delle decisioni politiche sulla base dello stato di diritto e dei principi dei diritti umani, tra cui giustizia per le vittime e l’attribuzione delle responsabilità per le atrocità perpretate. I facilitatori dei colloqui di Ginevra dovrebbero assicurare che la società civile possa svolgere quel ruolo durante i colloqui, assicurando che le voci, le priorità e gli interessi della società civile, dei gruppi di donne e degli attivisti per i diritti umani siano ascoltati. Questo obiettivo non si ottiene necessariamente “aggiungendo una sedia” al tavolo, bensì attraverso la creazione di vie di dialogo e di discussioni pubbliche all’interno delle quali possano essere ascoltate le voci della società civile. NPSG continuerà a lavorare per far si che le organizzazioni della soceità civile siriane abbiano la massima opportunità e avere il maggior impatto possibile e che siano ascoltate, sia dalle delegazioni che parteciperanno ai coloqui che dall’intera comunità internazionale, in quanto garante di questi colloqui.”

Background

Il 29 gennaio 2016, Non c’è Pace Senza Giustizia ha ospitato una tavola rotonda informale con alcune delle principali organizzazioni siriane per i diritti umani e di advocacy per discutere il ruolo della società civile nei negoziati Siria: i partecipanti hanno espresso una serie di opinioni sul ruolo appropriato e la partecipazione della società civile nel processo. Questa dichiarazione rappresenta il punto di vista e le opinioni di NPSG e non pretende di riflettere i risultati di quella riunione. NPSG ha sostenuto la società civile siriana dall’inizio conflitto. A partire dall’ottobre del 2013, ha svolto questo lavoro dal suo ufficio di Gaziantep, Turchia. NPSG appoggia le organizzazioni della società civile e gli attivisti democratici siriani attraverso l’aiuto nel consolidare le loro capacità di azione e di difesa per la giustizia di transizione, la responsabilità e lo stato di diritto.