Khady Koita premiata “Defender of Democracy Award” per il suo impegno a favore dei diritti delle donne e della messa al bando delle mutilazioni genital femminili

11 Dic, 2012 | Comunicati Stampa

Roma, 11 dicembre 2012

 

Lunedì 10 dicembre alle ore 19.15, nella Sala Koch di Palazzo Madama, si è svolta la Cerimonia di Premiazione del ‘Defender of Democracy Award’ (DDA), il riconoscimento che ‘Parliamentarians for Global Action‘ attribuisce ogni anno a personalità che, nel mondo, si sono distinte per il loro contributo alla promozione dei principi democratici e alla difesa dei diritti fondamentali. La cerimonia di premiazione si è svolta nell’ambito dei lavori della settima Assemblea Parlamentare Consultiva sulla Corte Penale Internazionale e lo Stato di Diritto, che si sono tenuti, per la prima volta, a Roma, lunedì 10 e martedì 11 dicembre, sia alla Camera dei Deputati sia al Senato della Repubblica.

Hanno ricevuto i riconoscimenti Sister Simone Campbell, leader religiosa e direttrice esecutiva di Network, organizzazione cattolica nazionale per la giustizia sociale, e Khady Koita, attivista senegalese e Presidente dell’ONG La Palabre, da anni in prima linea per la difesa dei diritti delle donne, la lotta contro le mutilazioni genitali femminili e i matrimoni forzati.

Il Premio DDA 2012 attribuito a Khady Koita è senza dubbio un alto e prestigioso riconoscimento ad anni d’impegno per rafforzare la consapevolezza a livello internazionale sul problema delle mutilazioni genital femminili (MGF), guidati da una Coalizione per la messa al bando delle MGF in continua espansione, composta da La Palabre, l’associazione radicale Non c’è Pace Senza Giustizia, il Comitato Inter-Africano sulle pratiche tradizionali con effetto sulla salute delle donne e dei bambini, Euronet-FGM, e le Ong Manifesto 99 ed Equality Now.

L’adozione, nel novembre di quest’anno, presso il terzo comitato dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, di un testo di Risoluzione dal titolo “Intensificare gli sforzi globali per l’eliminazione delle mutilazioni genitali femminili”, ha segnato una tappa fondamentale nella campagna internazionale guidata dalla Coalizione Ban FGM per coinvolgere la leadership globale nella lotta contro questa pratica in quanto violazione flagrante e su larga scala dei diritti fondamentali di donne e bambine. In particolare, il progetto di risoluzione invita gli Stati a condannare « tutte le pratiche dannose che colpiscono le donne e le ragazze, in particolare le mutilazioni genitali femminili, e di adottare tutte le misure necessarie, comprese a livello legislativo, per vietare tale pratica e proteggere le donne e le ragazze da questa forma di violenza, e per porre fine all’impunità».

NPSG ed i suoi partner auspicano l’adozione a dicembre da parte dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite di questo strumento essenziale per fornire un appoggio inequivocabile alle azioni di stati ed attivisti in prima linea nella battaglia per contrastare e porre fine una volta per tutte a questa violazione dei diritti umani sia a livello nazionale che a livello internazionale.

Campagna Ban FGM
Nel corso degli ultimi anni, i membri della Coalizione Ban FGM hanno collaborato in diverse iniziative per rafforzare la consapevolezza a livello internazionale sul bisogno di una Risoluzione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite che metta al bando questa violazione dei diritti umani, raccogliendo il sostegno di attivisti dei diritti umani, organizzazioni femminili, membri del parlamento e rappresentanti governativi attraverso Africa ed Europa.
Risultati tangibili che hanno dato uno slancio positivo verso una Risoluzione sono già stati raggiunti  nel corso dello scorso anno. Un momento chiave in questo processo è stata la Decisione presa nel luglio 2011 da parte dei Capi di Stato e di Governo dell’Unione Africana per appoggiare una Risoluzione da Parte dell’Assemblea Generale.
Il gruppo Africano alle Nazioni Unite ha preso lo spunto per rafforzare la volontà dei Capi di Stato presentando la Decisione durante la Commissione delle Nazioni Unite per la Condizione delle Donne (UN Commission on the Status of Women – CSW) in marzo 2012, raccomandando che questo tema delle Mutilazioni Genitali Femminili, finora discusso solo nel contesto del CSW, sia formalemente inserito dall’Assemblea Genrale nelle tematiche riguardanti “il miglioramento delle condizioni delle donne”.  Nel luglio 2012 l’ECOSOC (Consiglio per gli Affari Economici e Sociali delle Nazioni Unite) ha espresso il suo sostegno alla raccomandazione del CSW e richiesto che il tema delle MGF sia aggiunto all’agenda della 67° Assemblea Generale.

Per maggiori informazioni, contattare  Alvilda Jablonko, Coordinatrice del programma FGM all’indirizzo ajablonko@npwj.org o al numero: +32 (0)2 548-39 13 o Nicola Giovannini all’indirizzo ngiovannini@npwj.org o al numero +32 (0)2 548-39 15.