Bahrain: NPSG aderisce ad un appello congiunto chiedendo di revocare il divieto di viaggio a Nabeel Rajab

21 gennaio 2016


 
In un comunicato congiunto diffuso oggi, 26 organizzazioni della società civile (tra cui Non c'è Pace Senza Giustizia) chiedono alle autorità del Bahrein di revocare il divieto arbitrario di viaggio al difensore dei diritti umani Nabeel Rajab.
 
 
Sua Maestà Sheikh Hamad bin Issa Al Khalifa,
Re del Bahrein
CC. Sua Eccellenza il tenente generale Rashid bin Abdullah Al Khalifa, Ministro degli Interni;
Sua Eccellenza Sheikh Khaled Bin Ahmad Al Khalifa, Ministro degli Affari Esteri
 
 
Sua Maestà,
 
Noi, le Ong firmatarie, chiediamo alle autorità del Bahrein di revocare il divieto arbitrario di viaggio al difensore dei diritti umani Nabeel Rajab in modo che egli sia in grado di viaggiare all'estero con la sua famiglia al fine di garantire assistenza medica per la moglie, Sumaya Rajab.
 
Nabeel Rajab è presidente del Centro del Bahrain per i Diritti Umani, fondatore direttore del Centro per i Diritti Umani del Golfo, vice segretario generale della Federazione internazionale per i Diritti Umani e nel Comitato consultivo della divisione Medio Oriente di Human Rights Watch.
 
Un pubblico ministero ha imposto il divieto di viaggio per Nabeel Rajab, senza alcuna sentenza giudiziaria il 13 luglio 2015, il giorno in cui Vostra Maestà lo ha assolto e ordinato il suo rilascio in seguito alla sua condanna per "aver offesso pubblicamente le istituzioni ufficiali”, criticando il governo sui social media. Il divieto di viaggio è legato ad altre due accuse legate alle sue dichiarazioni che hanno portato al suo arresto, il 2 aprile 2015, accuse che i pubblici ministeri non hanno lasciato cadere.
 
La prima rilevante accusa è quella di aver "insultato un organo statutario", ai sensi dell'articolo 216 del codice penale del Bahrain, ed è basata sui suoi commenti sui social media circa la presunta tortura dei detenuti nella prigione di Jaw nel marzo 2015. La seconda accusa è la presunta "diffusione di notizie false in tempo di guerra ", ai sensi dell'articolo 133 del codice penale, sulla base dei messaggi sui social media che criticavano gli attacchi aerei della coalizione  dell’Arabia Saudita condotte nello Yemen. Le violazioni degli articoli 133 e 216 possono condurre a pene massime di dieci e tre anni di carcere, rispettivamente. Nessuno dei presunti atti su cui si basano queste accuse erano in alcun modo reati penali riconoscibili ai sensi del diritto internazionale dei diritti umani, ed entrambi rappresentano il pacifico esercizio dei diritti protetti a livello internazionale per la libertà di espressione e per promuovere e proteggere i diritti umani.
 
Nel mese di novembre 2015, a Sumaya Rajab sono state diagnosticate condizioni mediche che richiedono un trattamento urgente e altamente specializzato secondo il team di esperti di medicina monitoraggio sue condizioni. Le è stato detto che questo trattamento non è disponibile in Bahrain.
 
Nel mese di dicembre 2015, gli avvocati di Nabeel Rajab hanno presentato il quarto ricorso contro il divieto di viaggio - hanno presentato due richieste al procuratore generale, una richiesta al pubblico ministero che svolge l’indagine ed una richiesta all’Ufficio del Pubblico Ministero - chiedendo che gli venga annullato in modo da poter accompagnare sua moglie. Le autorità del Bahrein non hanno risposto a questi appelli e il divieto di viaggiare rimane in vigore.
 
Nel mese di novembre 2015, 81 Membri del Parlamento Europeo hanno invitato Vostra Maestà a revocare il divieto di viaggio per Nabeel Rajab. Il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione nel mese di luglio 2015, poco prima dell’assoluzione di Nabeel Rajab, chiedendo la sua immediata e incondizionata liberazione insieme ad altri prigionieri di coscienza. Lo stesso mese, 44 Membri del Parlamento del Regno Unito hanno chiesto al governo del Bahrein di far cadere le attuali accuse contro Nabeel Rajab e di rilasciare tutti i prigionieri politici e quelli imprigionati per aver esercitato il loro diritto alla libertà di espressione. Dopo il suo rilascio, tre esperti di diritti umani delle Nazioni Unite - Michael Forst, David Kaye, e Maina Kiai – hanno chiesto che le accuse di Nabeel Rajab fossero lasciate cadere. Ciò ha fatto seguito alla richiesta dell'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, il principe Zeid Ra'ad Zeid Al-Hussein, per il rilascio di tutti coloro che sono detenuti in relazione alle loro attività pacifiche svolte in Bahrain nel mese di giugno. 
 

Noi,  le Ong firmatarie, chiediamo pertanto alle autorità del Bahrain di:

  • Far cadere tutte le accuse relative alla libertà di parola contro Nabeel Rajab;
  • Abolire il divieto di viaggio immediatamente e incondizionatamente, permettendo così a Nabeel e Sumaya Rajab di viaggiare; 
  • Garantire in tutte le circostanze che i difensori dei diritti umani in Bahrain siano in grado di portare avanti le loro attività legittime per i diritti umani senza timore di rappresaglie, e liberi da tutte le restrizioni, tra cui la persecuzione giudiziaria.

 
 
Le associazioni firmatarie:

  1. Americans for Democracy and Human Rights in Bahrain (ADHRB)
  2. Amnesty International
  3. Arabic Network for Human Rights Information (ANHRI)
  4. Bahrain Institute for Rights and Democracy (BIRD)
  5. Bahrain Center for Human Rights (BCHR)
  6. Canadian Journalists for Free Expression (CJFE)
  7. CIVICUS
  8. English PEN
  9. European Centre for Democracy and Human Rights (ECDHR)
  10. FIDH, within the framework of the Observatory for the Protection of Human Rights Defenders
  11. Freedom House
  12. Front Line Defenders
  13. Gulf Centre for Human Rights (GCHR)
  14. Human Rights Watch
  15. Index on Censorship
  16. International Media Support (IMS)
  17. International Service For Human Rights (ISHR)
  18. Lawyer's Rights Watch Canada (LWRC)
  19. Maharat Foundation
  20. No Peace Without Justice
  21. PEN International
  22. Physicians for Human Rights
  23. Rafto Foundation for Human Rights
  24. Salam for Democracy and Human Rights
  25. SENTINEL Human Rights Defenders
  26. World Organisation Against Torture (OMCT), within the framework of the Observatory for the Protection of Human Rights Defenders

 
Campagna di NPSG per supportare i diritti umani, la democrazia e la responsabilità in Bahrain
Non c'è Pace Senza Giustizia (NPSG) sostiene le organizzazioni e gli attivisti bahreiniti per i diritti umani nei loro sforzi volti a promuovere una riforma politica democratica e non violenta in Bahrain. Il programma si concentra sull'assistenza ai difensori e sostenitori dei diritti umani per garantire la responsabilizzazione effettiva e reale per le violazioni e dei diritti umani passate e in corso, anche attraverso la sensibilizzazione, il monitoraggio e la documentazione.

 
Per ulteriori informazioni, contattare Gianluca Eramo all’indirizzo geramo@npwj.org o +32-2-548-3912 oppure Nicola Giovannini all’indirizzo ngiovannini@npwj.org o +32-2-548-3915.