Riunione ad alto livello su MGF/Roma: dichiarazione finale esorta a tradurre in atto la messa al bando universale delle mutilazioni genitali femminili adottata dall’ONU

Roma, 5 febbraio 2013


 

Si è chiusa oggi la conferenza internazionale « Ban FGM - Si' al diritto, no all'impunità » con l’adozione per consenso di una dichiarazione finale richiedendo a tutti gli Stati del mondo ad impegnarsi politicamente per dare concrettezza alla risoluzione dell'Assemblea generale dell'Onu sulla messa al bando universale delle mutilazioni genitali femminili (A/RES/67/146), adottata il il 20 dicembre 2012.
La riunione è stata organizzata a Roma dall’associazione radicale Non c'è Pace Senza Giustizia e dal Partito Radicale, con il sostegno del Ministero degli Esteri e dell'ENI.
Alla riunione ad alto livello, ospitata dal Senato della Repubblica per la sessione inaugurale e dalla Farnesina per le conclusioni, hanno preso parte, oltre a rappresentanti di governo italiani di primo piano come il Primo Ministro Mario Monti, il Ministro degli Esteri Giulio Terzi di Sant'Agata ed il Ministro del Lavoro, Elsa Fornero, anche le First Ladies del Burkina Faso e della Guinea, nonché ministri, parlamentari ed esponenti della società civile provenienti da 18 paesi africani.
 
Dichiarazione di Alvilda Jablonko, coordinatrice del programma MGF di Non c’è Pace Senza Giustizia:
 
« Dopo la risoluzione storica dell'Assemblea generale dell'Onu sulla messa al bando universale di questa pratica e alla vigilia della Giornata Internazionale di Tolleranza Zero contro le MGF, questo evento e' stato un'occasione di celebrazione ma anche e soprattutto di rilancio, coordinamento e definizione di nuove iniziative perche' la risoluzione Onu sia riconosciuta e tradotta in pratica.
 
Come indicato nella dichiarazione finale appena adottata, tutti gli Stati del mondo, a partire da quelli dove questo fenomeno è praticato, devono impegnarsi politicamente per dare concrettezza a questo documento che definisce le MGF una violazione dei diritti umani da combattersi con "tutte le misure necessarie, incluse la promulgazione e l'applicazione di leggi che proibiscano le MGF, proteggano donne e bambine da questa forma di violenza, e mettano fine all'impunità di chi le pratica".
 
Questo significa anche prevenire e condannare la comparsa della medicalizzazione della pratica delle mutilazioni genitali femminili, adottando strategie volte a proteggere l'insieme dei diritti fondamentali delle donne, e non solamente il loro diritto alla salute. Infine, per lottare contro il fenomeno transfrontaliero della pratica occorre armonizzare le azioni politiche e legislative e promuovere la cooperazione a livello regionale ed internazionale
 
L’adozione della Risoluzione dell'Assemblea generale dell'Onu rappresenta una pietra miliare ma non è, tuttavia, fine a se stessa. Anzi, rappresenta solo l’inizio di un nuovo capitolo nella lotta contro le MGF. È tempo per tutti gli Stati e per ognuno di noi di lavorare insieme, affinché le donne e le bambine di domani siano libere dalla minaccia delle MGF »
  

 
Per maggiori informazioni, contattare Alvilda Jablonko, email: ajablonko@npwj.org, Tel: +32 494 533 915 oppure Nicola Giovannini, email: ngiovannini@npwj.org, Tel: +32 2 548 39 15.