Rete Informale Ministeriale per la CPI: NPSG elogia l'impegno per migliorare l'impatto della Corte attraverso una forte e precoce strategia di sensibilizzazione

Bruxelles – Roma – New York, 27 settembre 2013

 

Nella giornata di ieri, in una riunione tenutasi a New York a margine della 68ma Assemblea Generale delle Nazioni Unite, la Rete Informale Ministeriale per la Corte Penale Internazionale (CPI), un gruppo di 24 ministri da tutto il mondo impegnati nel sostegno al lavoro della Corte, ha approvato una dichiarazione di intenti per la CPI. Nella dichiarazione, i ministri hanno riconosciuto la CPIquale strumento fondamentale nella lotta contro l'impunità e hanno concordato diverse priorità per le quali è necessaria un'azione a sostegno della Corte nello svolgimento del suo mandato. Emma Bonino, Ministro degli Affari Esteri italiano e fondatore di Non c'è Pace Senza Giustizia, ha preso parte alla riunione.
 
La Rete Informale Ministeriale per la CPI è stata fondata nel settembre 2012 dal Ministro degli esteri del Liechtenstein, S.E. Aurelia Frick. Scopo della Rete è dare alla CPI il sostegno politico di cui ha bisogno per continuare a garantire una giustizia di qualità, imparziale e indipendente per le vittime dei più gravi crimini, ai sensi del diritto internazionale.
 
Dichiarazione di Alison Smith, Consigliere Legale di Non c'è Pace Senza Giustizia: 
L'incontro di ieri della Rete Informale Ministeriale (Informal Ministerial Network – IMN), così come la dichiarazione d'intenti, sono importanti opportunità per i 24 membri della rete per riaffermare il loro sostegno individuale e collettivo alla Corte Penale Internazionale (CPI), quale strumento fondamentale nella lotta contro l'impunità. Condivido pienamente l'affermazione, contenuta nella dichiarazione, che per mantenere e rafforzare la sua rilevanza e il suo impatto, la CPI deve adesso mostrare i denti. Essa deve essere sufficientemente efficace ed efficiente, ricca di risorse e supportata. Siamo soddisfatti che l'IMN abbia riconosciuto ciò e aspettiamo adesso che una tale dichiarazione abbia un impatto effettivo nel corso della 12ma Assemblea degli Stati Parte, che avrà luogo dal 20 al 28 novembre 2013 a L'Aja.
 
 
“Per avere autorità di fronte alla promessa di giustizia, tutti gli Stati Parte dovrebbero rispondere ai loro obblighi derivanti dallo Statuto di Roma e cooperare pienamente con la CPI, in particolare assicurando l'applicazione di tutti i suoi mandati di cattura. Noi non possiamo – e non dobbiamo – dimenticare che vi sono ancora numerosi latitanti: il loro arresto immediato e il passaggio altrettanto immediato alla fase processuale sono il minimo che le vittime meritano. Per questa ragione, accogliamo con favore il principio, contenuto nella dichiarazione, che tutti gli Stati debbano garantire che non ci sarà rifugio sicuro nel mondo per tutti i criminali di guerra latitanti.
 
“Affinché la battaglia contro l'impunità sia vinta, le vittime e le popolazioni colpite da tali crimini dovranno essere e rimanere il punto centrale nel processo per l'attribuzione delle responsabilità. A questo proposito, accogliamo con particolare favore l'impegno della IMN a sostenere una precoce attività di sensibilizzazione dalla CPI come strumento fondamentale per migliorare l'efficacia e l'efficienza del lavoro della Corte stessa nonché il suo impatto positivo sulle vittime e le popolazioni che hanno subito i crimini, ai sensi del diritto internazionale.
 
“Come abbiamo sempre sottolineato, assicurare la sensibilizzazione verso le popolazioni interessate e incoraggiare la partecipazione delle vittime – e soprattutto delle persone più vulnerabili, come donne e bambini – sono strumenti decisivi tramite i quali svolgere l'altrettanto decisivo ruolo della Corte nel suo mandato. Sia l'uno che l'altro sono infatti fondamentali per favorire un senso di giustizia e di responsabilità condivisa per i componenti primari della CPI, vale a dire le vittime dei crimini che essa indaga e persegue.
 
“Tali sforzi avranno un impatto enorme negli anni a venire, in relazione all'abilità della Corte di assicurare un lascito positivo e duraturo, ripristinando la fiducia nello Stato e nelle istituzioni di diritto e costruendo una pace sostenibile nei Paesi in cui opera e nella maniera in cui essa è percepita. In tal senso, esortiamo gli Stati Parte a ricordare tale impatto, alla vigilia e durante la 12ma sessione dell'Assemblea degli Stati Parte, ed a prendere quelle decisioni corrette che consentiranno alla Corte di rispondere alle esigenze ed alle aspettative di milioni di persone in cerca di giustizia e riparazione”.
 
Documentazione

 
Per ulteriori informazioni contattare Alison Smith all'email asmith@npwj.org o +32-2-548 39 12 o Nicola Giovannini all'email ngiovannini@npwj.org o +32-2-548-3915.