Urgente appello per il rilascio dell’attivista per i diritti umani Nabeel Rajab

2 settembre 2016

In una dichiarazione congiunta rilasciata ieri, 34 organizzazioni della società civile (compresa Non c’è Pace Senza Giustizia) hanno richiesto alle autorità del Bahrain di garantire l’immediato e incondizionato rilascio dell’attivista di diritti umani Nabeel Rajab.
 

 
 

HM Shaikh Hamad bin Isa Al Khalifa
Office of HM the King
P.O. Box 555, Rifa’a Palace
Regno del Bahrain
 
Cc. The Rt Hon Boris Johnson MP
Segretario di Stato per gli Affari Esteri e del Commonwealth
Foreign & Commonwealth Office
King Charles Street, London SW1A2AH
 
Cc. The Honorable John F. Kerry
Segretario di Stato
Dipartimento di Stato degli Stati Uniti
2201 C Street NW, Washington, DC 20520
 
Cc. Federica Mogherini
Alta Rappresentante dell’Unione Europea per gli Affari Esteri e le Politiche di Sicurezza
 
Cc. Zeid Ra'ad Al Hussein
Alto Commissario per i Diritti Umani alle Nazioni Unite
 
Sua Eccellenza,*
 
Alla luce dei recenti allarmanti eventi in Bahrain, le sottoscritte ONG esprimono le più profonde preoccupazioni sull’attuale detenzione del noto attivista per i diritti umani Nabeel Rajab a causa del suo pacifico esercizio del diritto alla libertà di espressione. Chiediamo al governo del Bahrain di rilasciare Rajab immediatamente e senza condizioni.
 
Il 13 giugno 2016, le autorità hanno arrestato Rajab, presidente del Bahrain Center for Human Rights (BCHR), direttore fondatore del regional Gulf Center for Human Rights (GCHR), deputato segretario generale of FIDH, e uno tra i membri dell’ Advisory Committee of Human Rights Watch’s Middle East Division. L’arresto di Rajab è solo una della lunga serie di azioni repressive volte a ridurre gravemente il lavoro dei difensori dei diritti umani e i membri della società civile nel Regno del Bahrain.
 
Sulla scia di una repressione senza precedenti, riteniamo che la detenzione di Rajab rappresenti un atto di ritorsione verso il suo lavoro di promozione dei diritti umani nel Bahrain, oltre che un mezzo per restringere la libertà d’opinione e di parola di Rajab. È accusato di aver twittato e ritwittato denunce di tortura avvenute nella prigione di Jau in Bahrain, su cui stavano investigando molte ONG locali e internazionali, e per aver ampiamente denunciato e criticato violazioni di diritti umani durante la guerra in Yemen. In totale, Rajab potrebbe scontare in prigione fino a 15 anni per le sue affermazioni su Twitter.
 
Rajab rischia fino a 10 anni in prigione se condannato per diffusione di “notizie, dichiarazioni, o voci false o maliziose” secondo quanto stabilito dall’articolo 133 del codice penale del Bahrain; altri due anni di carcere se condannato sotto l’articolo 215 del codice penale per “offesa ad un paese straniero [Arabia Saudita]” a causa di tweet riguardanti la guerra in Yemen condotta dall’Arabia Saudita e infine un’ulteriore sentenza di tre anni se ritenuto colpevole di aver recato, secondo l’articolo 216 del codice penale, “offesa ad un corpo statutario” per i suoi commenti relativi alla prigione di Jau in Bahrain.
 
Oltre a queste accuse, potrebbe affrontare anche un processo per “diffusione di false notizie” a causa di affermazioni simili fatte durante interviste televisive lo scorso anno. Questo caso non è stato ancora riferito alla corte, ma si crede sia servito, insieme ad altri, per il suo arresto il 13 giugno.
 
A causa delle cattive condizioni di detenzione, la salute di Rajab è peggiorata gravemente dal giorno del suo arresto. Si trova ancora alla stazione di polizia di West Riffa e le autorità controllano strettamente le visite da parte della sua famiglia, secondo quanto affermato dai suoi legali. La cella in cui è rinchiuso non è adeguata ad una detenzione di lungo termine e le strutture sanitarie non sono adeguatamente igieniche. Rajab ha perso otto chili dal giorno del suo arresto. Inoltre ha un’infiammazione cronica nell’area lombare che necessita urgentemente un intervento chirurgico, il quale è stato posposto dalle autorità all’inizio di settembre. Inoltre è affetto da aritmia, che è peggiorata sin dal giorno del suo arresto, e di recente ha cominciato a soffrire anche di dolori intercostali, per cui è stata richiesta una visita clinica.  Nonostante il suo evidente bisogno di urgenti cure mediche, le autorità penitenziarie sembrano non intenzionate a fornire sufficiente assistenza medica per la maggior parte di questi bisogni. Nel frattempo Rajab dipende dalla sua famiglia per ricevere dosi di antidolorifici e bende per fermare le perdite di sangue causate dall’ulcera.
 
Dopo l’arresto il caso di Rajab ha ricevuto molta attenzione a livello internazionale da parte di ufficiali governativi e funzionari ONU, tra cui il portavoce del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, il portavoce del Segretario Generale dell’ONU Ban Ki-Moon, e anche membri del parlamento europeo, che hanno approvato una risoluzione urgente che condanna  il giro di vite sulla società civile e l’opposizione politica da parte delle autorità del Bahrain.
 
In quanto firmatario di convenzioni internazionali sulla protezione dei diritti umani, il governo del Bahrein è obbligato a garantire il diritto di libera espressione per chiunque in Bahrain, Nabeel Rajab incluso. Arrestare Rajab a causa di non violente attività sui social media è in contraddizione con l’impegno preso dal Bahrain di rispettare le convenzioni internazionali e pone delle questioni riguardo alla capacità di questo stato di rispettare gli obblighi legali previsti dalla comunità internazionale.
 
Ad oggi, il governo del Bahrain ha mostrato ripetutamente la sua mancanza di volontà nel rispettare gli standard legali internazionali, nonostante le promesse fatte durante la Universal Periodic Review delle Nazioni Unite e durante la propria inchiesta interna, la Bahrain Independent Commission of Inquiry (BICI).
 
Per questo dunque vi chiediamo di rispettare i principi democratici e i diritti umani e di  preservare la libertà di espressione in Bahrein, come stabilito dalla legislazione internazionale sui diritti umani, ritirando dunque qualunque accusa contro il difensore dei diritti umani Nabeel Rajab e assicurando il suo immediate e incondizionale rilascio.
 

 
Firmatari:
 

  1. Americans for Democracy and Human Rights in Bahrain (ADHRB)
  2. Bahrain Center for Human Rights (BCHR)
  3. Bahrain Institute for Rights and Democracy (BIRD)
  4. Bahrain Press Association (BPA)
  5. Brian Dooley, Human Rights First
  6. Canadian Journalists for Free Expression
  7. CIVICUS
  8. Committee for the Respect of Liberties in Tunisia
  9. English PEN
  10. European-Bahraini Organisation for human rights (EBOHR)
  11. European Center for Democracy and Human Rights (ECDHR)
  12. FIDH, within the framework of the Observatory for the Protection of Human Rights Defenders
  13. Gulf Centre for Human Rights (GCHR)
  14. Human Rights Sentinel
  15. IFEX
  16. Index on Censorship
  17. International Press Institute (IPI)
  18. Jesper Højberg, Executive Director, International Media Support
  19. Khiam Rehabilitation Center for Victims of Torture
  20. Lawyers Rights Watch Canada
  21. Libya Al-Mostakbal Centre for Media & Culture
  22. MADA Palestinian Center for Development & Media Freedoms
  23. Maharat Foundation
  24. Moroccan Association for Human Rights (AMDH)
  25. No Peace Without Justice
  26. Pakistan Press Foundation
  27. Project on Middle East Democracy (POMED)
  28. Reporters Without Borders (RSF)
  29. Salam for Democracy and Human Rights
  30. Tunis Centre for Press Freedom
  31. Tunisian League for Human Rights (LTDH)
  32. Tunisian Forum for Economic and Social Rights
  33. Vigilance for Democracy and the Civic State
  34. World Organisation Against Torture (OMCT), within the framework of the Observatory for the Protection of Human Rights Defenders