L'ONU vota il bando alle mutilazioni genitali femminili

L'ONU vota il bando alle mutilazioni genitali femminili
Cecilia Zecchinelli, Corriere della Sera, 21 Dec 2012

L'avanzata islamica rischia di trasformare la primavera in autunno per molte donne arabe. Il maschilismo domina ancora le società in Africa e Asia, mentre nel Nord del mondo la vera parità tra sessi è lontana. Ma ogni tanto qualcosa si muove, avvengono svolte cruciali. Ieri è successo: l'Onu ha approvato a New York la risoluzione che mette al bando le mutilazioni genitali femminili (Mgf). Ha chiesto ai suoi Stati che non l'abbiano fatto di passare al più presto legislazioni in tal senso, e di imporne il rispetto. Una svolta fondamentale, appunto: arrivata al termine di una campagna coraggiosa durata dieci anni, alla fine- di millenni (la pratica sarebbe d'origine faraonica o comunque di quei tempi) in cui milioni di bambine sono state mutilate più meno profondamente, nel silenzio e nel consenso assoluto. La risoluzione è stata presentata dai 54 Paesi dell'Africa (dove le Mgf sono più diffuse) e co-patrocinata dall'Italia, sponsorizzata da due terzi dell'Assemblea e passata per consenso: in sintesi tutti d'accordo. «11 divieto di questa raccapricciante violazione dei diritti umani è una vittoria Hanno vinto la tenacia, la persistenza e la convinzione che le tradizioni non sono sempre buone», ha commentato ieri a Roma la vicepresidente del Senato Emma Bonino. Nel 2003, con la sua Ong No Peace Without Justice e con la diplomatica egiziana Moushira Khattab, fu proprio lei a lanciare al Cairo la campagna mondiale anti-Mgf, benedetta dall'allora First Lady Suzanne Mubarak e da papa Shenouda e il Grande Imani Tantawi. Combattere una pratica difesa (o tollerata) fino ad allora da tutte le regioni sembrava una missione impossibile, ma ogni anno nuovi Paesi africani vietavano le Mgf, arrivando a 20 sui z8 dov'è praticata. Nuove adesioni arrivavano alla lotta culminata nel voto di ieri. «Una giornata storica per l'affermazione dei valori universali della civiltà», ha commentato il ministro degli Esteri Giulio Terzi, che a fianco della Bonino ha accolto il suo grazie per l'impegno nella campagna di «tutti i governi italiani degli ultimi dieci anni». Anche Marco Pannella, nonostante la precaria salute, ha voluto essere presente. Tutto bene, ma la lotta continua», mette in guardia la Bonino. «Le leggi esistono già in molti Paesi ma raramente poi è seguita la volontà politica di mettere in atto il divieto effettivo», sostiene. «Solo dove gli attivisti hanno potuto lavorare con i governi ci sono stati veri successi. Ora, dopo questa grande vittoria per tutti quelli che hanno partecipato alla campagna, dobbiamo continuare a premere sui parlamenti, sui governi e sugli organi internazionali, chiamarli alle loro responsabilità, esser certi che questa battaglia sia tra le loro priorità». E ricorda un numero solo, tra i tanti che girano più o meno realistici in tema di Mgf: nel 2013 le bambine africane che rischiano la mutilazione sono 3 milioni. Nonostante la lunga battaglia e la vittoria di ieri.

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