Campagna "Ban FGM"

Presentazione


 
Introduzione
 
Nel 2012, il programma di Non c’e’ Pace Senza Giustizia (NPSG) sulle mutilazioni genitali femminili (MGF), in cooperazione con i partner della Coalizione BanFGM, è stato volto a promuovere una campagna per l'adozione di una risoluzione per la esplicita messa al bando della pratica da parte dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Per precisarne contenuto e finalità, NPSG ha mobilitato parlamentari ed attiviste, africane e non, dei diritti della donna, per assicurare che abbiano una reale opportunità di contribuire allo sviluppo di un documento che possa avere un forte impatto politico anche nei loro paesi.
 
A questo scopo, NPSG ha svolto attività
(1) in Africa, mobilitando le parlamentari e le attiviste più impegnate per renderle partecipi della campagna per la Risoluzione all’ONU, e mantenendo la continuità dell’impegno con governi, parlamenti nazionali e attiviste per promuovere l’adozione e l’attuazione di leggi efficaci contro le MGF a livello nazionale; (2) alle Nazioni Unite, per lavorare direttamente con le rappresentanze degli Stati interessati (sia africani che altri) affinché si generi un ampio sostegno politico per una Risoluzione che metta al bando le mutilazioni genitali femminili; (3) in Italia, per rilanciare e sostenere una mobilitazione politica a livello nazionale e dare sostegno, visibilità e afflato all’impegno che il Ministero degli Esteri ha profuso negli anni su questo tema.
 
 
Contesto programmatico
 
Nel quadro della campagna condotta negli ultimi anni, NPSG ha sostenuto la mobilitazione politica di organizzazioni e attiviste africane per l’adozione di leggi nazionali contro le MGF, allo scopo, attraverso il loro divieto esplicito, di rafforzare la posizione di tutti coloro che si battono contro di esse e di proteggere quelle donne e bambine che osano sottrarvisi e sfidare la tradizione.
L’obiettivo delle attività di NPSG è stato altresì quello di consolidare il coinvolgimento formale, esplicito e costante delle istituzioni politiche contro le mutilazioni genitali femminili, per contribuire , riconoscendole come massiccia e sistematica violazione dei diritti umani della donna e della bambina, a invertire le convenzioni sociali e combattere quelle norme culturali che rafforzano la pratica.
Dal 2000 in poi, NPSG ha organizzato conferenze, seminari e workshop, promosso azioni di mobilitazione pubblica e condotto azioni di lobby allo scopo di stimolare un impegno politico delle istituzioni, delle autorità, delle attiviste dei diritti della donna, e delle comunità per promuovere l'adozione di misure normative come strumento positivo e durevole di progresso sociale.
L’adozione e l’entrata in vigore del Protocollo dell’Unione Africana sui Diritti delle Donne in Africa, che all’Articolo 5 contiene l’obbligo di adottare legislazioni nazionali contro le mutilazioni, il crescente impegno dimostrato anche a livello internazionale dagli Stati interessati e dalla stessa comunità internazionale, così come la maggiore consapevolezza della società civile africana dell’utilita’ di strumenti internazionali per aprire varchi politici a livello locale (“think locally, act globally”), puntano alla necessità di portare la questione ai livelli più alti, unendo tutti i paesi in una affermazione e un riconoscimento della necessità di vietare le MGF. Il contesto è quindi ora maturo e favorevole al lancio di una campagna per una Risoluzione di messa al bando globale delle mutilazioni genitali femminili da parte della Assemblea Generale delle Nazioni Unite.